Il terzo relitto di Barbara Bellomo

Il terzo relitto nella nuova edizione TEA del 2017 è la versione riscritta da Barbara Bellomo, che aveva pubblicato una prima versione del romanzo nel 2011 con la casa editrice siciliana Euno Edizioni. Dopo La ladra di ricordi e prima de Il peso dell’oro, è il secondo romanzo con protagonista la giovane archeologa siciliana Isabella De Clio.

La De Clio capita casualmente su di un inedito e sconosciuto papiro manoscritto del primo secolo avanti Cristo di un autore anonimo, che presenta una nuova versione della battaglia delle Lipari, svoltasi nel corso della Prima guerra punica. Il manoscritto indica il luogo dell’affondamento di tre navi da guerra romane, nelle acque costiere delle Eolie. Queste sarebbero state affondate intenzionalmente per proteggere dai nemici cartaginesi un prezioso carico. La De Clio scopre che due di esse sono già state riportate alla luce 20 anni prima, in circostanze segnate da due morti sospette. Per lei, riportare alla luce la terza nave, una trireme, diventa una missione a cui si voca interamente.

La sua ricerca diventa un’avventura in cui si coinvolge anche con una storia personale, affettiva, e si intreccia con un giallo criminale di cui non resterà spettatrice passiva. Il racconto alterna a diversi livelli temporali la storia degli altri personaggi, le cui vicende confluiscono e danno senso a quelle della protagonista.
La De Clio è affetta da una strana sorta di cleptomania caratterizzata dall’impellente bisogno di appropriarsi di oggetti legati alla sua paura dell’abbandono. In effetti, la vera cleptomania è caratterizzata da una tendenza impulsiva indiscriminata al furto, di regola esente da ogni considerazione sul valore e significato dell’oggetto. Quella della De Clio, per contro, è una compulsione iniziata quando, a 7 anni, il padre ha abbandonato, senza alcun preavviso, lei e la madre per un’amante. Ma la paura dell’abbandono regge anche le sue modalità affettive di relazionarsi con gli uomini, con una storia di nostalgia e speranze rette dalla precarietà relazionale.

Barbara Bellomo (Messina 1970) è una scrittrice siciliana cresciuta a Catania, dove ha lavorato per anni presso la cattedra universitaria di Storia romana, dopo una laurea in Lettere e un dottorato di ricerca in Storia antica. Attualmente, insegna italiano e storia in una scuola superiore. All’attivo ha diverse pubblicazioni di storia romana.