Il trionfo dell’impero. La caduta della Britannia
- Autore: K.M. Ashman
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2020
Lettore onnivoro fin da bambino, Kevin Ashman scrive narrativa d’ogni genere: racconti storici, horror e mistero, con uno sguardo anche alla realtà distopica e da qui alla fantascienza. Lo scrittore gallese si è votato alla scrittura a tempo pieno dal 2014 e si sta facendo notare in Italia, in questo 2020, col primo titolo di una saga storica, Il trionfo dell’impero. La caduta della Britannia, firmato K M. Ashman e pubblicato da Newton Compton nella collana Nuova Narrativa (traduzione di Marzio Pretolo, 384 pagine).
È il primo di una serie di romanzi dedicati alla conquista romana della Britannia, nel I secolo dopo Cristo, e va consigliato ai fan di Simon Scarrow, Conn Iggulden, Ben Kane e altri autori capaci di evocare quelle avventure, epici scontri, agguati. Vi aggiunge intrighi e aspetti oscuri, a volte esoterici, dell’invasione da parte di Roma dell’isola allora selvaggia oltre la Manica, abitata da popolazioni celtiche bellicose, certamente primitive rispetto alla civiltà fiorita sui sette colli e guidate da carismatici capitribù e da ieratiche guide religiose, i druidi. Oltre ad amministrare il culto, i sacerdoti pagani svolgevano un complesso ruolo sociale, praticavano la divinazione, cantavano da aedi le leggende della propria gente, ma esercitavano anche funzioni giudiziarie.
Inospitale il paesaggio, caratterizzato da boschi impenetrabili, ostili gli abitanti, riuniti in tribù chiuse in villaggi ben protetti da recinti di palizzate. Erano sempre in conflitto tra loro. Frequenti le ruberie di animali e cibo, come quella incruenta dalla quale vediamo tornare il padre di Gwenno, ma non potevano tollerare la presenza delle aggressive legioni di Roma, il cui imperatore, Claudio, aveva messo gli occhi sulle ricchezze della terra vergine britanna.
Tredicenne dai capelli d’oro, Gwenno è figlia del capo di un clan dei Deceangli, i Blaidd, e comincia a provare del tenero per Gwydion, guerriero giovanissimo nel quale il padre ha già intravisto le qualità di un ottimo combattente, tanto da assegnargli un compito importante di retroguardia e protezione del convoglio in movimento.
La presentazione del ragazzo offre allo scrittore l’occasione di descrivere l’abbigliamento e le armi di un britanno del 42 a.C.: indossa un paio di pantaloni di lana grezza in tartan e una tunica di lino fino alle cosce, sotto un pesante mantello in plaid, fermato con una spilla di bronzo. Alla cintura di pelle è appesa una spada, in grembo è in equilibrio un arco in tasso già incordato. Guida il cavallo con la pressione sapiente delle gambe.
Un giovane promettente, una ragazzina coraggiosa: sono i protagonisti per parte britanna del romanzo e animano una vicenda articolata nella quale avranno una parte di spicco i riti misteriosi dei druidi nell’isola sacra di Mona, propri della loro pericolosa setta, temuta da amici e nemici per ragioni ancestrali e attuali, viste le maledizioni lanciate e le punizioni comminate.
Per parte romana, costumi, tradizioni, armamenti e bellicosità delle legioni dell’impero costituiscono il contesto in cui agiscono Cassus e Prydain.
Il primo è figlio di Gaio Pelonio, veterano stabilitosi da possidente nel Piceno in una proprietà che ha affidato all’amministrazione di un ex gladiatore, che a sua volta ha cresciuto al meglio un figlio adottivo, Prydain, compagno di giochi di Cassus. A entrambi si apre un futuro nell’esercito, secondo le tradizioni e le rispettive vocazioni. Per il romano tra le truppe regolari di marcia, per il liberto tra quelle ausiliarie. Ma una generosa decisione di Pelonio concede all’ex schiavo la cittadinanza romana e, con quella, la facoltà di arruolarsi nelle legioni ordinarie, per prestare un onorato servizio.
Scelgono entrambi la IX Legio, che sarà impegnata nella spedizione in Britannia ed è intanto schierata nella Gallia settentrionale, dove i due ragazzi svolgono un duro addestramento, entrando in contatto con la regolata quotidianità dell’ordinamento militare imperiale e affrontando i primi scontri con le popolazioni celtiche ribelli.
The Roman Chronicles non è una saga per stomaci deboli e Ashman non risparmia scene tagliate con l’accetta, come le teste e gli arti dei caduti.
Non è il caso di spoilerare i passaggi centrali della saga, che in questo primo episodio risultano decisivi colpi di scena. I lettori anglosassoni hanno accolto il romanzo con favore, conquistati dal valido insieme di autenticità storica, dettagli, violenza e sentimentalismo (quel poco che non guasta), che arricchiscono una trama corale sviluppata in una certa ampiezza.
Si possono seguire le avventure dei quattro, che si intrecciano con la storia della conquista instabile della Britannia. Metodi di addestramento, armi e tattiche ricostruite dall’autore sono quelle che consentirono alle legioni di Claudio di avere la meglio sui Britanni di Carataco nel 43 a.C., ma altre popolazioni, altri condottieri e tante battaglie sanguinose attendono i Romani.
Valori e stati d’animo avranno modo di rivelarsi e a volte di capovolgersi, per il piacere e la sorpresa dei lettori, appassionati del genere e non.
Il trionfo dell'impero. La caduta della Britannia
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il trionfo dell’impero. La caduta della Britannia
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