Il trionfo dell’impero
- Autore: Harry Sidebottom
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
La Testa di Cinghiale muove dall’alto del pendio contro la profonda linea di scudi delle due coorti ausiliarie. Il barritus delle schiere degli Himling scuote i legionari romani. È uno scontro tra gli incursori danesi e un reparto imperiale di stanza a Gesoriacum, nella Gallia Belgica ad aprire il romanzo storico di Harry Sidebottom “Il trionfo dell’impero”, settimo titolo della saga Il guerriero di Roma, pubblicato da Newton Compton a novembre 2017 (pp. 380, euro 12,00 rilegato, euro 4,99 nel formato ebook).
Harry Sidebottom è un’autorità nel campo della narrativa storica e della storia, la sua materia d’elezione. Cresciuto a Newmarket, in Inghilterra, ha frequentato varie scuole e università, conseguendo il dottorato in Storia Antica presso il Corpus Christi College di Oxford. Ha poi insegnato in diversi atenei ed è Direttore degli studi di Storia Antica nella St. Benets Hall, sempre ad Oxford. I principali interessi di ricerca scientifica vertono sulla cultura greca sotto l’impero romano e le guerre nell’antichità classica.
La serie Il guerriero di Roma, interamente pubblicata dalla casa editrice romana a cominciare da “Fuoco ad Oriente” (2009), è ambientata in prevalenza nella parte orientale dell’impero e del Mediterraneo, alla metà del III secolo dopo Cristo, periodo caratterizzato da una prolungata crisi di potere a Roma.
Oltre ai personaggi storici dell’epoca - condottieri, imperatori, re Sasanidi (Persiani), popolazioni e tribù - il protagonista che collega tutte le vicende dei sette romanzi è Marco Clodio Balista, un comandante provato e fedele al servizio della grandezza dell’Urbe. Dal nome si direbbe romano a tutti gli effetti, anche di nascita, ma non è esattamente così.
Il settimo episodio si apre, come detto, con lo scontro tra gli Angli e i legionari. La Testa di Cinghiale è la formazione di battaglia dei danesi e il barritus è il loro grido di guerra. Quindici battelli, ciascuno guidato da un eorl, hanno condotto un’incursione a terra. È stata una notte breve per tanti uomini dell’abitato assalito e fin troppo lunga per le loro donne sventurate. Sulla via di ritorno alle navi, la colonna degli Himling, con le più giovani e pochi maschi prigionieri, è bloccata a sorpresa da due coorti. Gli Angli sfondano (tra loro il coraggioso venticinquenne Starkad), ma vengono affrontati da ulteriori reparti, ancora più numerosi. Invitati alla resa, accettano un destino da guerrieri: arruolarsi per cinque anni tra le forze di Latinio Postumo, che si è ribellato all’imperatore Gallieno e controlla l’Europa settentrionale.
È il 262. Due anni dopo ritroviamo Balista in una città portuale sul Ponto Eusino (oggi Mar Caspio). Da questa, Olbia, è sul punto di rientrare nel vecchio continente. Ventisei anni prima era stato consegnato come ostaggio all’impero romano e dopo più di metà della sua vita nella Terra di Mezzo sta tornando dal suo popolo, dagli Angli del Mare di Svevia, nell’estremo nord. Ma non è contento di farlo. Solo una parte di lui vorrebbe rivedere suo padre, sua madre, ritrovare Kadlin, la prima ragazza amata e bere di nuovo col fratello di lei, Heoroweard.
Gallieno ha deciso di inviare Balista in missione speciale a Hyperborea, la terra del nord, per sottrarre a Postumo le genti nordiche che il pretendente va arruolando. L’impero romano è minacciato da ogni parte, ma sebbene di origini batave Marco Cassiano Latinio Postumo è un cittadino romano e la sua provocazione è quindi la più pericolosa per l’imperatore, che sta raccogliendo truppe in Italia per affrontarlo.
La confusione politica è tanta, la situazione militare ne sconta le conseguenze, è guerra di tutti contro tutti. Balista è costretto a combattere continuamente, prima per difendere Olbia, poi lungo l’itinerario che dall’Eusino segue la destra del fiume Elba fino allo Jutland, la fredda penisola tra il Mar Baltico e il Mare del Nord.
Tra le curiosità che vengono chiarite in questo settimo titolo delle eroiche avventure di Marco Clodio c’è l’origine anglia di Balista. Saranno i discendenti suoi e del suo popolo scandinavo a concorrere alle fortune successive dell’Inghilterra, spingendosi a stanziarsi nel Sud Est delle isole britanniche, che non a caso verrà chiamata Terra degli Angli. È una specie di licenza narrativa di Harry Sidebottom, ma solo per quanto riguarda l’inserimento di Balista in un contesto storico autentico, visto che le popolazioni originarie della Britannia meridionale si sono effettivamente fuse con i danesi, quando il piccolo regno del Wessex ha gettato i primi semi dai quali fiorirà la Gran Bretagna dei secoli a seguire.
Harry Sidebottom è un vero signore della storia: scontri, battaglie, tradimenti, grande effusione di sangue e dimostrazione di prove di valore. Balista-Dernhelm, figlio del grande Isangrim, si ricongiunge alla terra in cui è nato e alla sua famiglia, anche se questo lo porterà a un duello contro il fratellastro Morcar. Ma il Mare di Svevia ritroverà la pace, le coste della Scandinavia torneranno alla loro originaria alleanza, gli uomini del nord sciameranno verso gli altri punti cardinali e le navi dei Frisoni con quelle degli Angli sbarcheranno gli armati sulle coste della Gallia, governate dal falso romano Postumo, come chiede Dernhelm in nome di Gallieno.
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