Il Vangelo di Tommaso e come fu scoperto
- Autore: Didimo Giuda Tommaso
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
La casa editrice Amrita, specializzata in testi a carattere mistico e spirituale, ha pubblicato Il Vangelo di Tommaso e come fu scoperto (pp. 109, 1999, a cura di John Dart e Ray Riegert, commento di John Dominic Crossan, traduzione di Ilaria Dal Brun).
Si tratta di un gioiello del cristianesimo esoterico, considerato a lungo conoscenza segreta e proibita, eretico, destinato a chi sa seguire una via individuale evolutiva al di fuori da dogmi chiesastici. Ed effettivamente il Gesù di Tommaso invita allo sguardo interiore, dove possiamo trovare il Regno e sentirci figli del Padre:
"[…] Il regno invece è dentro e fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi sarete conosciuti e saprete di essere figli del padre vivente. Ma se non vi conoscete, vivrete in povertà e voi stessi sarete la povertà.”
È detto chiaramente che cosa il Regno sia: unione di due in uno, il maschile unito al femminile in modo da formare la totalità. Maschile e femminile relativo ai due corpi dell’uomo e della donna, e ancor di più alle due caratteristiche psichiche umane, sintetizzate da Jung come Eros e Logos, cuore e mente, costituenti l’essere androgino.
Il comandamento dell’amore viene specificato nel dettaglio
"Amate vostro fratello come la vostra anima; vegliatelo come la pupilla dei vostri occhi.”
Dunque chi non sa di avere un’anima non può e non sa amare.
Il libro è scritto in copto, lingua di derivazione egiziana, tradotto dal greco. La sua datazione risale alla seconda metà del primo secolo dopo Cristo, è dunque precedente alla stesura dei tre sinottici Marco, Matteo e Luca e testimonia il tenore spirituale delle primitive comunità cristiane, prima che la chiesa di Roma, nei secoli seguenti, erede dell’Impero romano, prendesse la supremazia su tutte le altre chiese.
I libri, scritti su papiro, non sono più rotoli lunghissimi ma composti da fogli tagliati in rettangoli e rilegati in leggera pelle. Sono gli antesignani del libro moderno. Furono trovati casualmente, entro una giara sepolta, da un giovanissimo contadino, Mohamed Alì, a cui vennero dati per ricompensa solo pochi viveri, zucchero, sigarette, a fronte di un tesoro di inestimabile valore archeologico e storico. Era il 1945, il luogo del ritrovamento fu presso il piccolo villaggio di Nag Hammadi, sulle sponde del Nilo nell’alto Egitto.
Dopo mille traversie, passaggi di mano, ostacoli di natura ideologica e politica, interessi economici e accordi tra stati, come patrimonio dell’UNESCO questo reperto verrà pubblicato 32 anni dopo in America, per interessamento indefesso di James Robinson, direttore dell’Istituto per l’Antichità e il Cristianesimo alla Claremont Graduate University della California.
Il presunto autore, Didimo Giuda Tommaso, non è il "Tommaso scettico" che conosciamo nei Vangeli canonici. Potrebbe trattarsi di Giuda fratello di Gesù, ma in realtà l’autore resta nel mistero.
Gesù presenta se stesso come il vivente, proveniente dal seno del Padre, dal centro del cosmo, ma ciascun credente ha la stessa origine. Così recita il detto n. 50:
Se vi chiedono: «Da dove venite?» voi dite loro: «Siamo scaturiti dalla luce, dal luogo in cui la luce si è manifestata spontaneamente e si è rivelata nella loro immagine». Se vi chiedono: «Chi siete?» voi dite loro: «Siamo i suoi figli e gli eletti del padre vivente».
Non vi è alcun riferimento all’attesa messianica di salvezza e neppure un accenno alla vita del Gesù storico. I 114 detti sottolineano l’elemento essenziale, il distacco dai beni terreni e dal materialismo; Gesù invita:
"Divenite persone di passaggio".
Molto rilievo è dato a Maria Maddalena, molto meno a Pietro.
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