Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepúlveda

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore viene pubblicato nell’edizione originale nel 1989, opera d’esordio e probabilmente la maggiore del noto autore Luis Sepúlveda.

Il romanzo narra di una breve vicenda, ambientata tra un piccolo villaggio del sud America e la foresta ancora abitata dagli indigeni, e contemporaneamente emerge con lentezza anche la storia della vita di Antonio José Bolivar. Risulta invece difficoltosa la collocazione cronologica dell’opera; piccoli indizi celati tra le righe suggeriscono si parli di un periodo non precedente agli anni ’60.

L’epiteto con cui il titolo caratterizza il vecchio riesce a descriverne immediatamente lo spirito: José cerca di apprendere dai romanzi ciò che il mondo gli ha impedito di esperire veramente.
Non è il tono incalzante ad incollare gli occhi alle pagine, lo stile narrativo è anzi calmo e riflessivo, è il “novum” ad incantare il lettore, è l’originalità delle vicende a condurlo là, insieme a José, durante un’insolita caccia di scimmie e uccellini, o a vivere tra gli shuar, quasi come uno di loro e avanti ancora fino alla sfida finale che sarà vinta e persa.

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Un uomo abile e saggio, lettore privo d’istruzione, incarna la divisione tra il villaggio e la foresta, tra umanità civile e natura. La sua capanna rappresenta il medio proporzionale, un confine tra culture e la lacerazione tra di esse in un uomo invaghito dell’amore.

La realtà viene mostrata in modo semplice, senza artifizi moraleggianti, cruda e variegata. Molti temi importanti vengono semplicemente accennati tramite i personaggi o per mezzo di brevi episodi. Dalla corruzione del potere, all’idea di anarchia, all’ottusità di una morale bigotta: tutti gli ingredienti sono colti da Luis Sepúlveda in una prospettiva quotidiana, nella loro semplice ed effettiva normalità.