Il viaggiatore inglese
- Autore: Masolino D’Amico
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2014
“Cominciamo dall’inizio. Chi era questo signor Cook?”
Il fondatore della prima agenzia di viaggi, l’inglese Thomas Cook (1808-1892), considerato da tutti l’inventore del turismo moderno, era nato in un villaggio del Derbyshire, Melbourne, distante poche miglia da Derby. Thomas, “fisicamente piccolo anche se robusto, con due gambette esili e una testa destinata alle calvizie”, proveniva da una famiglia molto modesta, padre manovale, la madre analfabeta era figlia “di un predicatore, di quelli apocalittici, che invocavano fuoco e fiamme sui reprobi”. Entrambi i genitori appartenevano a una rigida comunità battista, che “praticava una moralità molto intransigente” credendo nella libera moralità delle Sacre Scritture. Questo rigore interiore, specchio di una vita vissuta nel rispetto delle regole, sarebbe stato fondamentale per Cook, perché avrebbe indirizzato tutte le sue scelte future. Non dimentichiamo che nei primi anni del XVIII Secolo nell’Inghilterra rigidamente divisa in classi sociali erano tutti cristiani, solo chi apparteneva alla Chiesa Nazionale Anglicana aveva pieni diritti, i membri delle altre confessioni erano considerati cittadini di serie B.
Dopo aver svolto diversi mestieri, il giovane Thomas, autodidatta, a soli vent’anni era riuscito a farsi nominare predicatore laico per la Chiesa Battista. I suoi compiti erano: organizzare riunioni, condurre funzioni, procurare conversioni, diffondere il Verbo, distribuire opuscoli, vendere Bibbie, “coprendo una vasta area rurale e protoindustriale in varie contee del Lincolnshire, ecc...”. Era quindi un mestiere che richiedeva intraprendenza, forza fisica e coraggio proprio in quel momento storico nel quale l’Impero Britannico si avviava verso il progresso e la rivoluzione industriale, sfruttando i proletari e la manodopera infantile. In seguito alla grande crisi economica del 1831, Cook aveva perso il proprio lavoro presso la Chiesa Battista ma non si era dato per vinto, aveva deciso di stabilirsi presso un villaggio, si era sposato e aveva proseguito la sua attività di tipografo stampando opuscoli religiosi “di cui spesso era l’autore e dai quali non si aspettava nessun profitto”. Ma oltre all’impegno religioso di Thomas, che l’avrebbe portato a diventare Ministro Battista e membro della Lega della Temperanza, associazione filantropica che combatteva l’alcolismo, vi era anche un altro “grande motore dell’esistenza” di questa straordinaria personalità, la sua lotta all’alcolismo. In Inghilterra questa piaga sociale mieteva vittime soprattutto tra le classi lavoratrici, pensiamo al gin che importato dall’Olanda nel XVII Secolo, dopo che il governo l’aveva gravato di tasse, si produceva in casa.
“Ben presto il gin fu la grande consolazione dei poveri, nonché fonte di abbrutimento”.
Combattere l’alcolismo era la missione primaria della Chiesa Battista e di Thomas Cook, i cui ideali di sobrietà contemplavano anche la totale astensione dal tabacco. Nella tarda primavera del 1841 Cook ebbe un’intuizione geniale che avrebbe cambiato non solo la sua vita ma quella delle future generazioni.
“Improvvisamente pensò che una gita in treno per i sostenitori della Temperanza sarebbe stata una cosa magnifica e che le forze recentemente sviluppate delle ferrovie e delle locomozione si sarebbero potute mettere al servizio della promozione della Temperanza”.
Il 5 giugno 1841 circa cinquecento passeggeri si riunirono nella stazione di Campbell Street, a Leicester, per salire su un treno speciale. La spedizione rappresentava una novità giacché Cook senza volerlo aveva fatto una doppia scoperta dall’”importanza inestimabile”: per impedire di ubriacarsi bastava trovare uno svago come salire su un treno, perché l’attrattiva più potente esercitata sull’uomo era viaggiare. Viaggiare per diletto, per curiosità, delizioso passatempo finora riservato solo ai ricchi. “La gente comune non si spostava. Non ne aveva la possibilità e non si permetteva nemmeno di sognarlo” quindi “una rivoluzione sociale” e Cook ne fu il profeta.
Attraverso il simpatico e impacciato personaggio di DeWitt Henry III, già protagonista del romanzo precedente dell’autore Il giardiniere inglese (Skira, 2013), l’anglista D’Amico racconta la vita e le opere del creatore della Thomas Cook and Son. Un illuminante e brillante ritratto dell’Inghilterra vittoriana, accompagnato dalla copertina raffigurante un dipinto di Augustus Leopold Egg, The Travelling Companions (1862), visto con lo sguardo anticipatore e antesignano di un uomo forse un po’ bigotto ma che seppe spalancare le porte al viaggio e alla modernità.
“Ma i viaggi di Cook fanno accadere proprio questo. Portano i lavoratori, i plebei, dentro posti che prima erano loro inaccessibili, frequentati com’erano solo dalla borghesia colta. Li mettono a contatto diretto con i loro superiori... e viceversa”.
Masolino D’Amico, giornalista, scrittore, sceneggiatore e traduttore, docente e autore di numerosi saggi, è uno dei giurati del Premio John Fante Opera prima che sarà assegnato durante la IX Edizione del Festival Letterario Il dio di mio padre dedicato a John Fante che si svolge dal 22 al 24 agosto 2014 a Torricella Peligna in provincia di Chieti. Masolino D’Amico presenterà Il viaggiatore inglese sabato 23 agosto alle 11.00 all’interno della sezione I Viaggiatori. Interverrà il giornalista Gino Melchiorre.
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