Il vino della solitudine
- Autore: Irene Némirovsky
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2011
"Il vino della solitudine" è il più autobiografico e il più personale dei romanzi di Irene Némirovsky (Note di copertina)
Irene Nemirovsky è al contempo una certezza e un mistero: una certezza perchè finora tutti i suoi testi, a partire dal capolavoro assoluto che è "Suite Francese", non riescono mai a deludere l’aspettativa del lettore; un mistero perchè non si comprende come questa donna, morta trentanovenne in campo di concentramento, possa avere in così poca vita saputo conoscere e scandagliare tanto profondamente l’animo umano.
I suoi testi sono profondi e sublimi, proprio nella descrizione delle ricchezze e delle miserie dell’umanità.
Questo volume, che in qualche modo fa da contraltare al precedente "Jezabel", narra del complesso rapporto tra una madre e una figlia, tema peraltro assolutamente autobiografico, dato che la Nemirovsky aveva avuto un’infanzia complessa con una madre bambina, e una maternità più felice invece nella relazione con le due figlie, attualmente depositarie dei suoi testi, salvati miracolosamente alla guerra e al genocidio degli ebrei.
Mentre in "Jezabel", però, la protagonista assoluta era una madre, con le sue stranezze, in questo "Il vino della solitudine" la figura materna è in secondo piano, essendo il libro impostato sulla voce narrante di una figlia, Helene, e sulla sua vendetta verso una madre assente e distratta, concentrata su se stessa.
Il libro ci riporta agli ambienti dei parvenù Russi e al loro esilio in Francia, con atmosfere a volte molto cupe, un ambiente inadatto ad una bambina come Helene, che svilupperà nei confronti dei suoi vicini un desiderio di vendetta, ma soprattutto una profonda e irrevocabile solitudine.
Il vino della solitudine
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