Chiamato anche "secolo dei Lumi", il Settecento ha visto l’affermarsi dell’Illuminismo e dei suoi principali filosofi e scrittori, ai quali si deve il merito di aver portato avanti le idee fondanti del movimento.
L’Illuminismo fu, infatti, un movimento che è possibile definire non solo letterario, ma anche politico, sociale, culturale e filosofico il quale si è sviluppato intorno al XVIII secolo e ha abbracciato gran parte dell’Europa, fino a raggiungere l’America.
Nato in Inghilterra, l’Illuminismo ebbe larga diffusione in Francia fino a interessare tutta l’Europa: il suo nome divenne presto il termine per identificare ogni forma di pensiero che si pone l’obiettivo di illuminare le menti degli uomini, scacciando via l’ignoranza, le false credenze e la superstizione. Lo sguardo degli illuministi è proiettato sul futuro e in modo particolare sul progresso inteso come percorso verso il futuro.
Le armi dell’Illuminismo sono principalmente due: da una parte la ragione, dall’altra la scienza, entrambe per eliminare l’oscurità e fare chiarezza sugli aspetti che interessano l’uomo, la vita e l’esistenza.
Per entrare nel merito richiamiamo alla memoria la definizione del filosofo Immanuel Kant:
«L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d’intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo.» (Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?, 1784)
Per gli illuministi la fede risiede nella ragione: a quest’ultima infatti è affidato il compito di determinare gli eventi, le possibilità, i limiti umani. L’Illuminismo non riconosce la verità intesa come rivelata o innata. A conferma di quanto detto vi è il pensiero che accompagna il movimento fin dalla sua nascita, ovvero l’idea che la maggioranza degli uomini si accontenta di rimanere "minorenni".
In altre parole l’uomo, creato libero dalla Natura, è affetto da pigrizia cronica o viltà, non ha quindi il coraggio per cercare la verità. Una scelta che si traduce, per i più furbi, in autoproclamarsi guide per coloro che hanno scelto la via comoda. E proprio queste guide possono essere abili manipolatori, capaci di imprigionare i pigri a essere sempre non autonomi.
Così l’illuminista si propone di tutelare gli uomini mostrando loro la strada per diventare maggiorenni, l’uso della ragione è l’unica via di salvezza per essere liberi davvero e liberarsi dalle verità già date, tanto nell’ambito della conoscenza quando in quello religioso.
La ragione, infatti, rifiuta a priori tutto ciò che non deriva da essa e da una ricerca proficua in cui l’esperienza è parte fondamentale, in quanto oggetto di analisi e dibattiti.
Vediamo nel dettaglio quali sono stati i maggiori esponenti dell’Illuminismo settecentesco, tra filosofi e scrittori famosi che hanno contribuito alla diffusione del movimento in Europa e oltreoceano.
I principali filosofi e scrittori del ’700: l’Illuminismo e i suoi maggiori esponenti francesi
Tra i principali filosofi e gli scrittori del ’700 troviamo senza dubbio illuministi, ovvero esponenti dell’Illuminismo ai quali si deve la diffusione del movimento nel mondo, in particolare in Inghilterra, la culla, e successivamente in Francia.
Tra i filosofi e scrittori del ’700 identificabili con la volontà di una rottura definitiva con il passato ricordiamo, in modo particolare, quelli francesi:
- Voltaire, esponente di spicco della filosofia illuminista, divulgò le nuove teorie newtoniane negli "Elementi della filosofia di Newton". Successivamente pubblicò le famose "Lettere inglesi", primo libro di successo. Deve la sua celebrità all’opera "Trattato sulla tolleranza", anche se la sua produzione è molto ampia;
- Montesquieu, il primo vero illuminista al quale fu riconosciuto grande successo in patria e all’estero. La sua opera più famosa è intitolata "Lettere Persiane", pubblicata nel 1721. Il racconto è incentrato sulla visita in Europa da parte di due persiani e ai loro occhi è affidato lo sguardo su usi e costumi del vecchio continente. Il suo capolavoro è, invece, "Lo spirito delle leggi" del 1748 in cui l’autore affronta il tema delle diverse forme di governo, lasciando trapelare la preferenza per quello inglese;
- Jean-Jacques Rousseau, personaggio emblematico all’interno del movimento illuminista in quanto si professò a volte in accordo, alle volte in antitesi, con le tesi fondanti. Scrisse, su incarico di Diderot, alcune voci per l’"Enciclopedia", fu autore del "Discorso sulle scienze e le arti" che lo rese famoso e, nonostante la rottura con l’ambiente parigino, pubblicò saggi di grande importanza quali il "Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza" del 1755, "La nuova Eloisa" del 1761, "Il contratto sociale" e l’"Emilio" del 1762;
- Denis Diderot, curatore con Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert della famosa e citata "Enciclopedia", conosciuto per essere ancora più anti-religioso di Voltaire. Scrisse "pamphlet", commedie, satire, romanzi, lettere, saggi, ebbe grande influenza sulla zarina Caterina II, ma le sue proposte riformiste non vennero mai attuate;
- Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert, tra i più importanti protagonisti dell’Illuminismo collaborò con Diderot alla stesura del testo fondante. Fu il direttore di alcune sezioni in particolare, ovvero matematica e scienze. Scrisse nel 1751 il famoso "Discorso preliminare" e a lui si deve il noto "Teorema d’Alembert" sui polinomi e il "Principio di d’Alembert", sulla quantità di movimento.
Ad essi si deve la diffusione dell’Illuminismo in Francia, furono ispirati dalle idee e dalla filosofia dei predecessori inglesi, ovvero Locke, Newton e David Hume, a loro volta influenzati dal pensiero di Francis Bacon.
Sempre di origine francese, inoltre, è l’idea di mettere a punto quello che può essere definito come l’emblema dell’illuminismo francese: si tratta dell’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri.
17 volumi, 11 tavole e 60.000 voci, pubblicati dal 1751 al 1772 per opera di un gruppo di intellettuali diretti da due nomi importanti sulla scena di quel tempo, ovvero Diderot e D’Alembert.
Il documento avrà l’obiettivo di diffondere i principi dell’Illuminismo non solo in Francia ma nell’Europa intera.
L’Illuminismo e i suoi esponenti italiani, tra filosofi e scrittori del bel paese
Come in parte accennato, l’Illuminismo ebbe esponenti, filosofi e scrittori in tutto il mondo, anche in Italia.
In particolare, nel bel paese si distinsero cinque personalità che furono presto risconosciute come di rilievo per la diffusione del movimento:
- Paolo Frisi, uno dei primi in Italia ad abbracciare il movimento, di origini lombarde e italiane fu un matematico e un astronomo;
- Pietro Verri, fondò nel 1761 l’Accademia dei Pugni e successivamente la nota rivista "Il Caffè";
- Giuseppe Parini, letterato, abate e filosofo fu tra gli esponenti delle idee illuministe;
- Cesare Beccaria, grande sostenitore della filosofia illuminista, ricordato per la sua opera più importante, "Dei delitti e delle pene", pubblicata nel 1764;
- Francesco Mario Pagano, sostenitore delle idee illuministe e proveniente dalla scuola napoletana, autore dei "Saggi politici de’ principii, progressi e decadenza della società".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Illuminismo: i principali filosofi e scrittori del ’700
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