Sperling & Kupfer nella collana Pandora riedita “Ritorno a Riverton Manor” (2017, pp. 492, 19,90 euro, titolo originale The Shifting Fog, traduzione di Massimo Ortelio.) di Kate Morton, pubblicato per la prima volta in Italia da Sonzogno nel 2007.
Kate Morton nata nel 1976 nel Queensland, nel Sud Australia, si è laureata con una tesi sulla tragedia nella letteratura vittoriana e si è a lungo dedicata al tema del gotico nel romanzo contemporaneo. A ventinove anni ha scritto il primo romanzo, “Ritorno a Riverton Manor” (2006) che ha ottenuto subito grande successo in tutto il mondo e ha vinto il General Fiction Book of the Year nell’Australian Book Industry Awards del 2007. Sono seguiti “Il giardino dei segreti” (Sperling & Kupfer, 2010), che Clint Eastwood ha selezionato per trarne un film, “Una lontana follia” (Sperling & Kupfer, 2011) e “L’ombra del silenzio” (Sperling & Kupfer, 2013). I romanzi dell’autrice australiana, tutti ai vertici delle classifiche dei bestseller internazionali, sono pubblicati in 38 Paesi e hanno venduto dieci milioni di copie.
“Esterno. Una strada di campagna sul finire del crepuscolo La strada, fiancheggiata da campi verdi, si perde in lontananza. Sono le otto di sera. Il sole dell’estate indugia sull’orizzonte, riluttante a immergersi al di là. Un’automobile degli anni Venti procede lungo la stradina tortuosa come un coleottero nero e luccicante. La vettura fila ronzando fra le siepi tinte d’azzurro dalla luce del tramonto e sovrastate da canneti che si piegano verso la strada”.
Nella scena del suo film, la giovane regista Ursula Ryan immagina uno dei momenti più drammatici della storia letteraria inglese, uno scandalo da sempre circondato da un’aura di mistero, perdizione e genio maledetto. Era l’estate del 1924 e i sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra si ritrovavano a divorare la vita come se non ci fosse un futuro, e dovessero rimanere per sempre giovani. Tra feste alla Grande Gatsby, fiumi di alcol, amori che duravano lo spazio di una notte, quei ragazzi creavano il mito dei ruggenti Anni Venti. Tra loro vi era Lord Robert Hunter, astro nascente della poesia, ammirato e celebrato da tutti. Eppure, proprio quell’estate a una delle feste più belle, quella di Riverton Manor, Robert si allontanò da solo. E stringendo una pistola con mano tremante, si tolse la vita. Per Ursula, settantacinque anni dopo, quel poeta è diventato leggenda. Almeno fino a quando scopre che è rimasta una testimone degli eventi. È Grace Bradley, custode quasi centenaria di un terribile segreto, che ora non può più tenere per sé.
“27 gennaio 1999. Gentile signora Bradley, spero vorrà scusarmi se le scrivo nuovamente, ma a oggi la mia prima lettera, in cui le parlavo del film cui sto lavorando, Ritorno a Riverton Manor, non ha ottenuto risposta. Si tratta di una storia d’amore: un resoconto sulla relazione del poeta R.S. Hunter con le sorelle Hartford e sul suo suicidio avvenuto nel 1924”.
Nel romanzo dedicato “A Davin, che mi tiene per mano nella giostra della vita”, l’abile penna di Kate Morton intrecciando amore e mistero, tiene incollato il lettore fino all’ultima parola del libro redatto con uno stile preciso e appassionante.
“Lo scorso novembre ho avuto un incubo. Era il 1924 e mi trovavo di nuovo a Riverton. Le porte erano tutte spalancate e la brezza estiva gonfiava le tende di seta. Un’orchestra appollaiata in cima alla collina sotto l’antico acero, i violini che cantavano pigri nella calura. Risate scroscianti e tintinnar di cristalli riempivano l’aria e il cielo aveva quella sfumatura d’azzurro che pensavamo tutti fosse stata distrutta per sempre dalla guerra”.
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