La casa editrice Orecchioacerbo riedita “Il richiamo della foresta” (2016, pp. 96 a colori, euro 19,00, titolo originale The Call of the Wild, traduzione di Davide Sapienza), romanzo breve pubblicato nel 1903, dal grande scrittore e giornalista statunitense Jack London, nome completo John Griffith Chaney London (San Francisco, 12 gennaio 1876 – Glen Ellen, 22 novembre 1916).
La mitica storia del cane Buck figlio di un maschio sanbernardo e di una madre pastore scozzese ma che ha l’aspetto di un lupo rivive ora in queste pagine in grande formato con le illustrazioni di Maurizio A. C. Quarello per ricordare l’autore a 100 anni dalla scomparsa.
Nato a San Francisco nel 1876, Jack London è una delle più singolari e romanzesche figure della letteratura americana. Figlio illegittimo, allevato da una madre spiritista, da una nutrice nera e da un padre adottivo che passava da un fallimento commerciale all’altro, si fece precocemente adulto sui moli di Oakland e sulle acque della baia di San Francisco insieme a compagnie poco raccomandabili. Costretto ai mestieri più disparati, nella sua giovinezza passò da un lavoro all’altro senza troppe difficoltà: cacciatore di foche, corrispondente di guerra, avventuriero, alla ricerca del mitico oro del Klondìke. Cimentatosi ben presto anche con la scrittura, Jack London riuscì a essere per circa un quinquennio scrittore tra i più famosi, prolifici, e meglio retribuiti che si ricordino, pubblicando in tutto un cinquantina di volumi. Ricordiamo i suoi capolavori principali: “Martin Eden”, “Zanna bianca”, “Il richiamo della foresta”, “Il popolo degli abissi” e “Il lupo di mare”.
La trama del libro
Fine Ottocento. Gli anni della corsa all’oro nel Klondike. Sulle gelide terre dell’Alaska, servono cani possenti per trainare le slitte dei cercatori. E per questo Buck viene rapito. Forte e robusto, è l’ideale per la muta. Subito conosce la brutalità con la quale gli uomini sfruttano i cani, ma anche la rivalità all’interno del branco. Da questo impara presto a farsi rispettare, ma con gli uomini, pur servendoli con dedizione, non c’è niente da fare. Senza pietà alcuna stanno per finirlo a bastonate, quando John Thorton interviene, e lo salva. Nasce la riconoscenza, e spunta l’amore. Né l’una né l’altro però riescono a cancellare quella irresistibile attrazione per quei boschi fitti e misteriosi che sembrano celare un altro mondo, un’altra vita. Vi si getta a capofitto e incontra i lupi, assapora insieme con la libertà anche la paura, e prova la violenta bramosia della caccia. Ritorna tuttavia dal suo amato John Thorton, ma solo per scoprire che l’hanno ucciso. Sciolto così l’ultimo legame con la civiltà, non resta a Buck che assecondare la propria natura. Infatti,
“in branco, ma mai gregario. Né succube”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: In libreria in grande formato “Il richiamo della foresta” di Jack London
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