In nome di Maria. L’era defilippica della tivù
- Autore: Aldo Dalla Vecchia
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Ideatrice, autrice, conduttrice, produttrice, Maria De Filippi è innegabilmente la regina, titolo umilmente da lei rifiutato, dell’intrattenimento in tivù ormai da più di trent’anni, seguita da tanti, anche dai suoi stessi detrattori, con progetti sempre di successo e costantemente agli onori di cronaca. "I suoi programmi", scrive Aldo Dalla Vecchia, giornalista, scrittore e autore televisivo in questo suo ultimo lavoro, “sono piccoli universi che recano, sempre e comunque, la sua impronta inconfondibile e immediatamente riconoscibile”. Nel saggio In nome di Maria. L’era defilippica della tivù, edito da Graphie.it (2021), l’autore, esperto di informazione e comunicazioni televisive, ripercorre le tappe della idealizzazione e progettualità dei suoi programmi che vanno in onda da decenni, redatti con perfezionismo e professionalità, nei quali Maria arriva ai telespettatori, emozionando, facendo piangere e sorridere.
Straordinaria conduttrice in grado di catturare l’interesse di un pubblico ampio nel panorama televisivo, De Filippi conosce come funziona la televisione, scrive Massimo Scaglioni nella prefazione al libro: ha imparato accanto al marito e maestro, conscia che fare tv “non è facile” e “non è semplice”. Sessanta anni compiuti da poco, di cui trenta trascorsi ideando e curando i suoi programmi, alcuni dei quali vanno in onda ogni giorno ininterrottamente da moltissimi anni.
L’indimenticabile Raffaella disse di lei:
“Non solo un volto della tivù ma un marchio e un nome riconosciuto da tutti, semplicemente Maria”.
Moderata e senza faziosità, con indosso quella paura di non essere mai all’altezza, ha appreso le regole studiandone i meccanismi, in un periodo in cui Mediaset si contrapponeva a una tivù di Stato coraggiosa, “rovente”, come quella voluta da Angelo Guglielmi, un intellettuale prestato al piccolo schermo con messe in onda che hanno fatto la storia della televisione.
Maria De Filippi è laureata in giurisprudenza, magistrato mancato, amante del cinema americano. Leggendo la bibliografia in appendice, sono rimasta sorpresa dai tanti libri pubblicati sulla sua storia di personaggio pubblico, come infiniti gli articoli e le interviste.
Senza dubbio c’è stato e c’è sempre tanto lavoro e impegno dietro ogni suo format, è un’autrice che non si sottrae nel rivendicare la libertà di sbagliare, e ho piacere a riportare una curiosità che mi è subito saltata all’occhio leggendo questo piacevole e interessantissimo saggio a lei dedicato: agli inizi della sua carriera ha dovuto prepararsi a gestire i tempi televisivi, per cui riepilogava la lettura dei romanzi di Georges Simenon prima in dieci minuti, poi in cinque, per arrivare infine a un solo minuto.
Ha uno stile inconfondibile che è la sua carta vincente e che mantiene costantemente: poche domande, toni pacati, frasi brevi, “il pathos delle singole storie”. La sua fenomenologia, è stato scritto, non conosce tramonto. Il suo primo programma, scrive Dalla Vecchia, partì negli anni Novanta e dava spazio ai giovani, alle loro esigenze e alle tematiche che desideravano affrontare: orientamento sessuale, bullismo, amore. Uomini e donne arriverà qualche anno dopo: un daytime ideato con ospiti partecipanti che narrano le loro esperienze di vita, per poi passare nel tempo anche agli over e alla loro ricerca dell’amore. C’è posta per te è l’unico tra i suoi progetti televisivi rimasto uguale agli inizi, scrive l’autore, nel contenuto e nella forma: rapporti interrotti tra genitori e figli, compagni separati, parenti e amici persi di vista. “Dai conflitti familiari a quelli sentimentali”, in presenza di un pubblico rispettoso delle storie raccontate in uno studio nel quale Maria si muove attraversandolo, camminando su e giù.
“Per raccontare nel dettaglio ogni singola vicenda la conduttrice ha bisogno di uno spazio fisico in grado di rappresentare e significare l’ingombro emotivo del racconto e la sua progressione drammatica. Da qui le sue camminate lunghe, infinite, attraverso lo studio mentre racconta una storia."
E poi Amici, che è ormai un format per giovani che hanno talento in diverse discipline artistiche. Una domanda segue alla fine: quale sarà il futuro televisivo della nostra Maria? La risposta è semplice: ideerà un nuovo talk con caratteristiche e unicità a lei più vicine e piacerà a noi tutti. Da leggere!
In nome di Maria. L'era defilippica della tivù
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