Lo scorso 12 Dicembre è avvenuto un incontro tra la scrittrice Dacia Maraini e le rappresentanze degli studenti di Palermo, presso il Museo Archeologico Antonio Salinas, del capoluogo siciliano. È stata un’importante occasione di confronto intergenerazionale e di riflessione sui libri, sui temi al centro del dibattito culturale e sulle problematiche che contraddistinguono il nostro mondo.
Nell’odierna società sono mutati i modelli di riferimento, e anche il lavoro ha mutato aspetto. Lo stesso artigianato, ad esempio, non usa più gli strumenti antichi ma quelli moderni. Una felice combinazione di arte antica e di tecniche innovative che ha consentito la nascita di nuove professionalità.
La rete, con i suoi difetti e le sue qualità, ha creato anch’essa nuovi lavori, e si deve andare in quella direzione, specie in un mondo globalizzato dove non si può rivaleggiare con alcuni Paesi, come la Cina, dove i rapporti di lavoro sono regolati diversamente.
Si può contrastare questo trend, non nella grande industria ma solo sul piano delle eccellenze, dove l’Italia può ampiamente giocare le sue carte in molti campi, raffinando ed elevando ancora le proprie capacità.
In campo museale appare necessario aumentare sempre più la fruizione dei beni e vivendo il museo, in questa prospettiva è possibile configurare nuove tipologie di lavoro e nuove figure professionali.
Nell’ultimo romanzo, “Tre donne”, Dacia Maraini rivolge la sua attenzione soprattutto all’universo femminile, facendo dialogare tra di loro, una nonna, la madre e la figlia. Si coglie in questo sua ultima opera, una grande energia nella persona più matura. Un confronto tra generazioni che è uno specchio dell’odierna società, delle sue tante diversità e delle sue mutazioni.
Si vive adesso un’epoca contrassegnata dalla morte delle ideologie ed è scaturito un mondo nuovo, manca però un sistema di valori in cui credere perché i cambiamenti non mettono in atto a livello individuale, bisogna mettersi insieme, associarsi. Per fare questo occorrono progetti comuni, alla cui base deve necessariamente esserci un sistema condiviso di idee e di valori. La crisi attuale della politica dipende dal fatto che non essendoci più ideologie, una convergenza su idee comuni, non si fanno più progetti a lunga scadenza. Quando la Politica si svuota dei suoi grandi ideali e dei suoi progetti per il futuro si scade in giochi di potere di breve durata; la politica nei nostri anni è divenuta solo gioco di potere.
Una lotta solo ed esclusivamente per il potere è svuotata dei suoi ideali e genera l’astensione dal voto. Mancano gli ideali alti; non bisogna scendere ad un linguaggio da rissa, con accuse reciproche, senza un confronto su questioni concrete. Occorre la comprensione reciproca e la creazione di un sistema di idee che deve essere però condiviso dalla popolazione.
A Palermo negli anni Sessanta, si sono distrutte le stupende ville stile Liberty di via Libertà ma non è solo una responsabilità dei passati amministratori poiché tutti sapevano. Regnava una omertà che in parte si è rotta con la creazione di una coscienza pubblica contraria ed è venuta meno quella complicità che faceva parte della convivenza pubblica. Sono adesso sorte numerose associazioni come il Centro Impastato che contrastano fenomeni clientelari e contribuiscono a creare una base consapevole. Esistono chiaramente ancora delle zone d’ombra difficili da sradicare in cui regna l’abuso e la prepotenza che è la quintessenza della Mafia con i fenomeni che la contraddistinguono ancora come il pizzo e il traffico di droga.
È però la società civile in quanto tale che non deve accettare questi atteggiamenti, non la Polizia e, in genere, le forze dell’ordine che devono agire in un secondo momento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’incontro tra Dacia Maraini e gli studenti di Palermo
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