Indipendenza
- Autore: Javier Cercas
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2021
In questo nuovo romanzo dello scrittore catalano Javier Cercas, Indipendenza (Guanda, 2021, traduzione di Bruno Arpaia), ritroviamo Melchor Marín, il poliziotto bibliofilo già protagonista di Terra Alta (Guanda, 2019).
Con la speranza di abbandonare Terra Alta, che grazie a Olga era diventata la sua casa, Melchor sperava di superare la morte della moglie. Erano ormai trascorsi cinque anni dagli attentati di matrice islamica, molti dei suoi colleghi sapevano che era stato lui ad abbattere quattro terroristi a Cambrils e i suoi capi erano consapevoli che, se non altro all’interno del corpo, era diventato un simbolo; così, avvalendosi per la prima volta della sua posizione privilegiata, aveva chiamato il commissario Fuster e gli aveva chiesto il trasferimento.
La reazione di Fuster era stata quella sperata. Il commissario non gli aveva chiesto perché volesse cambiare destinazione, soltanto dove voleva andare.
Melchor, prevedibilmente, aveva risposto “Barcellona”. Prevedibilmente perché, nonostante fosse lontano da tanto tempo, sapeva che quella continuava a essere la sua città: non aveva mai vissuto altrove fino a quando, dopo gli attentati, l’avevano destinato alla Terra Alta allo scopo di proteggerlo da possibili rappresaglie islamiste. A Barcellona, inoltre, c’era Vivales, un avvocato amico di sua madre che l’aveva sempre aiutato come un padre, figura assente nella vita di Melchor. Oltre alla morte di Olga, Melchor si porta il peso di non riuscire a trovare il colpevole che uccise sua madre, lasciata senza vita sulla strada mentre praticava il mestiere di prostituta.
«Sai perché mi piace tanto questo posto?» domandò.
Il mulatto non disse nulla. Melchor si portò il bicchiere alle labbra.
«Perché mi ricorda la mia infanzia» disse, dopo aver bevuto.
«Mia madre faceva la puttana, sai? Perciò sono cresciuto in posti come questo, circondato da puttane come lei e da magnaccia come te. È questo che sto festeggiando: il ritorno a casa.»
Melchor e sua figlia Cosette, dopo la parentesi di Barcellona, tornano quindi a vivere a Terra Alta, cercando di dimenticare, senza successo.
Mentre attende il concorso per un posto da bibliotecario, il nostro protagonista continua ad affrontare la vita da poliziotto e cerca di crescere Cosette meglio che può. Un giorno riceve una telefonata dal suo ex collega Blai che gli chiede aiuto sul ricatto rivolto alla sindaca di Barcellona. La donna è minacciata: le vengono chiesti dei soldi in cambio di un video hard che la vede protagonista e rischia di essere rivelato.
Dopo qualche esitazione, Melchor accetta di aiutare il suo amico e quindi di andare una settimana a Barcellona da Vivales che lo aiuterà ancora una volta con la figlia Cosette.
Inizia quindi una storia dove emergono ricatti, intimidazioni, prese di potere, all’interno della classe politica catalana. Questa vicenda spinosa porterà Melchor ad affrontare i fantasmi del passato e forse a trovare pace sulla morte di sua madre.
«Ma cosi funzionavano le cose fino al Procés, e così continuano a funzionare, perché, come ti dicevo, il Procés è stato organizzato proprio per questo, perché le cose continuassero a funzionare nello stesso modo. Il problema adesso è che anche il Comune funziona uguale».
«Prima non funzionava così? » chiede Vivales, con una smorfia incredula.
«No» risponde Campà, che ha lasciato la pipa e il nettapipe sul tavolo, accanto a un sacchetto di cuoio pieno di tabacco e chiuso con un cordoncino. «O non del tutto. È chiaro che al Comune c’era corruzione, ma non come quella di adesso, che è sistematica e generalizzata, come lo è stata fin dall’inizio alla Generalitat. E poi, l’amministrazione municipale era sempre stata abbastanza competente, e funzionava abbastanza bene, però in pochissimo tempo si è burocratizzata e politicizzata quanto quella della Generalitat. Se non di più.»
Javier Cercas scrittore di successo per altri generi, con questo secondo romanzo incentrato sulla storia di Melchor si conferma abile anche nel genere noir.
A differenza del primo romanzo in quest’ultimo non troviamo indagini su omicidi, ma la storia è comunque avvincente perché ci muoviamo all’interno della politica spagnola dove i giochi di potere vengono descritti in modo avvincente mostrandoci il lato oscuro della classe nobile catalana.
«Non lo so. E, francamente, non me ne frega niente. L’unica cosa che so è che i politici non sono né di destra né di sinistra: sono solo politici. L’unica cosa che gli interessa è il potere. Di tutto il resto se ne sbattono.»
Indipendenza
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