Infanzia
- Autore: Maksim Gor’kij
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2013
Libro difficile e meraviglioso "Infanzia" di Maksim Gor’kij per il tema che tratta e per il modo in cui lo affronta.
Il romanzo è tutto centrato sull’infanzia del piccolo protagonista Aleksej ovvero l’autore medesimo che, con un’autobiografia romanzata, parla di come visse e di come furono i suoi primi anni di vita nella Russia di fine Ottocento e inizi Novecento.
Scrittore dalla bravura eccezionale, Gor’kij è capace di un’introspezione psicologica unica, di sé e dei personaggi - la mamma, la nonna, il nonno, gli zii, ed altre figure emblematiche - che lo segneranno in modo indelebile, forgiandone il carattere ma lasciandone inalterato il temperamento ribelle, la capacità di affrontare il mondo - per quanto il suo sia racchiuso tra le mura domestiche, stretto nella morsa della famiglia patriarcale del nonno materno - ponendosi domande per le quali cercherà ostinatamente solo risposte convincenti.
Gli occhi con i quali si osserva questa realtà sono quelli di un bambino dalla sensibilità elevatissima, che ci mostra una famiglia, nucleo della società russa dell’epoca e perciò specchio, in piccolo, della società stessa, dalla mentalità così diversa dalla nostra che ci si sorprende a pensare che davvero in quel luogo e a quel tempo si potesse condurre un’esistenza così precaria, tra miseria e benessere materiali, tra poesia e brutalità.
Di certo, ogni episodio narrato è come uno squarcio, la felicità è felicità pura e il dolore, che non manca mai, è talmente intenso che lo scrittore stesso afferma:
” Molto tempo dopo capii che i russi, per la miseria e la povertà della loro vita, in generale amano distrarsi col dolore, ci giocano, come bambini, e raramente si vergognano di essere infelici.
Negli interminabili giorni feriali anche il dolore è una festa, e l’incendio una distrazione; su un volto vuoto anche un graffio è un ornamento…”
La narrazione è intervallata dalla trascrizione di alcune filastrocche popolari che la nonna di Aleksej ama raccontargli, con passione, perdendosi lei stessa all’interno di questi insegnamenti di vita mascherati da favole. La dedizione di questa donna per il nipotino sarà fondamentale per la sua crescita e supplirà alle mancanze affettive con cui il piccolo dovrà fare presto i conti.
Proporre una recensione di un capolavoro letterario come questo non è semplice, perché ogni parola è già stata detta dallo scrittore nel libro e, se ripenso alla mia di infanzia, non posso fare a meno di commuovermi, perché non avrei saputo esprimere meglio un concetto - che condivido con l’autore, e questo è solo uno tra i tanti - di come fa Gork’ij parlando della nonna:
“Era come se prima di conoscerla avessi dormito, nascosto nell’oscurità, ma lei comparve e mi risvegliò, mi portò alla luce, legò ogni cosa intorno a me in un filo ininterrotto, intrecciò tutto in un merletto multicolore, e subito e per tutta la vita divenne un’amica, la persona più vicina al mio cuore, la più comprensibile e cara; fu il suo amore disinteressato per il mondo ad arricchirmi, saturandomi di forza per affrontare una vita difficile.”
Alla fine del romanzo non si può che essere grati a questo grande artista per ciò che ha scritto.
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