Inferno Bolzaneto
- Autore: Mario Portanova
Genova, 20 luglio 2001. La città è blindata per lo svolgersi del G8; da tutta Europa giungono manifestanti pacifici, donne, uomini e bambini. Tra di loro si insidia anche qualche violento.
Il governo italiano ha preparato con la massima accuratezza tutto. A tavolino si decidono le mosse, dove portare in un primo momento i detenuti in caso di arresto, come identificarli e come rilasciarli.
Bolzaneto è un “carcere provvisorio”, ricavato da una caserma dell’esercito. I primi fermati giungono a Bolzaneto poche ore dopo l’inizio delle prime manifestazioni. Qualcosa inizia a non funzionare da subito. Sembra di essere nel Cile di Pinochet, sembra di essere tornati indietro di qualche secolo, sembra di non essere in uno stato civile e democratico.
La tensione per le strade è altissima: gli scontri tra manifestanti e polizia sono sempre più frequenti e mietono i primi feriti, e purtroppo anche un morto. I carabinieri ed i poliziotti arrestano molte persone e circa 200 tra questi sono condotti nella “caserma di Bolzaneto”. Qui dovrebbero essere identificati, tenuti qualche ora e poi esser condotti nelle carceri di Pavia o Alessandria. Ma come abbiamo detto qualcosa non funziona. “B Vincent viene prelevato dall’ospedale dove era ricoverato a seguito delle ferite riportate sulla strada. Ha una ferita alla testa suturata con tre punti. A Bolzaneto lo mettono in una cella in piedi, faccia contro il muro, gambe divaricate e braccia alzate; non si può muovere. Ogni tanto entra qualcuno che lo picchia con calci e pugni nella schiena e nelle gambe. Gli fanno sbattere la testa contro il muro. Lui vede che il muro all’altezza della sua testa si sporca del suo sangue. (…) Due poliziotti ridendo si avvicinano e gli chiedono che cosa abbia, lui risponde che è stato picchiato da poliziotti ed allora uno di loro lo afferra alle spalle urlando e gli dice: “ Da un poliziotto? Impossibile! Sei caduto per terra, ok?”(…) Quando pronuncia la parola avvocato lo prendono a calci”.
La storia di Vincent è la stessa di centinaia di persone che si sono costituite parte civile contro lo stato italiano e le scelleratezze compiute in quei giorni da coloro che detenevano il potere. Persone che dopo parecchi anni vivono ancora di incubi e non riescono ad identificare il bene con chi li dovrebbe proteggere. Per la prima volta Portanova racconta con meticolosa accuratezza i risultati dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo dei magistrati genovesi. Il lettore entra per la prima volta all’interno dell’inferno scatenatosi a Bolzaneto in piena estate. Storie agghiaccianti.
Un altro episodio tipicamente italiano che dopo tanti anni urla giustizia.
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