Inferno Thai. Dodici anni in un carcere di Bangkok
- Autore: Warren Fellows
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Gremese
- Anno di pubblicazione: 2015
Non è che bisogna per forza essere delle mammolette per temere un libro come questo. Potete scommetterci che questo è un libro capace di stendere anche i più duri. Nel senso che non è un libro rassicurante, non è un libro per tutti e, quel che è peggio, non è un’opera di fantasia. “Inferno Thai. Dodici anni in un carcere di Bangkok” (Gremese, 2015) è un memoir senza spiragli di luce, che toglie il fiato e non dà tregua.
Una storia vera, più nera della pece, o della notte fonda in cui può precipitare un’anima, già che ci siamo. “Inferno Thai” è una storia dell’orrore che non tralascia nulla e nulla lascia all’immaginazione. Una storia che è successa davvero. Successa al suo autore - l’australiano Warren Fellows -, caduto nelle spire della giustizia thailandese per traffico internazionale di eroina e sopravvissuto chissà come dodici anni, tra le malebolge di Bang Kwang. La “Grande Tigre” come viene chiamata in gergo: una delle peggiori prigioni del pianeta.
Se “Infermo Thai” è il libro che in questo momento tenete tra le mani, benvenuti anche voi nell’incubo più disperante che la mente umana possa concepire. Un lager post-nazista dove l’essere fissato a una catena è il meglio che ti possa capitare. Il resto sono reiterazioni su reiterazioni: torture, vessazioni psicologiche, sadismo, corruzione, droga, reificazione, isolamento (il temutissimo khun deo), fame, esecuzioni, in scientista declinazione thai, sia detto senza alcun intento razzista.
L’australiano Warren Fellows (arrestato a Bangkok insieme a due suoi complici nel 1978) all’epoca non era quel che si dice uno stinco di santo, nel senso che ne aveva viste e fatte abbastanza da meritarsi una condanna, ma nessuna colpa può essere tanto grande da giustificare ciò che subisce, giorno per giorno, anno dopo anno, nel ventre sanguinolento della Grande Tigre, e forse per il resto della vita. Perché la Bestia è un mostro che non muore mai, le sue zampate schianterebbero al muro un elefante, e le ferite che lascia sono cicatrici che non smettono di sanguinare.
Come scrive lo stesso Fellows
"Trascorro il resto della giornata a cercare di convincermi che non mi trovo più lì. Ma so che quel posto, con tutte le cose orribili che mi ha costretto a guardare e con tutte le perdite che mi ha costretto a subire, è sepolto nel mio cuore per sempre. E da tutto questo, temo, non sarò mai libero (pag. 220)."
“Inferno Thai” è allora un titolo che non esagera di una virgola. Un romanzo-verità disturbante e necessario, che inchioda il lettore alla poltrona, costringendolo a fare i conti con le zone più tenebrose della realtà carceraria e dell’animo umano. Da non perdere.
Inferno Thai: Dodici anni in un carcere di Bangkok
Amazon.it: 6,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Inferno Thai. Dodici anni in un carcere di Bangkok
Lascia il tuo commento