Il 26 giugno andrà all’asta il terzo documento autografo de “L’Infinito”, capolavoro del grande poeta Giacomo Leopardi. Prezzo base: 150 mila euro. La regione Marche sta cercando di reperire i fondi per partecipare ed evitare così che finisca nelle mani di privati.
Ritrovato fra le carte di una collezione privata, il prezioso documento faceva parte dell’archivio dei conti Servanzi Collio di San Severino di Cingoli, Macerata. La scoperta si deve al direttore degli Istituti culturali del Comune di Cingoli, Luca Pernici. Sicuramente un bene troppo prezioso per finire nelle mani di privati. La Regione Marche proverà quindi a comprarlo, chiedendo aiuto al Ministero per i Beni culturali al fine di evitare che questo bene finisca nella biblioteca di qualche uomo amante della cultura. Vi è una settimana di tempo per trovare la somma necessaria e poter partecipare all’asta, che avrà luogo a Roma, il 26 giugno prossimo.
Il manager della Minerva Auctions Massimo Bertolo ha così spiegato:
“I documenti di Leopardi sono i più costosi in termini commerciali perché la domanda è altissima. Una lettera del poeta al fratello Carlo sui Sepolcri del Tasso è stata battuta per 42 mila euro”.
Il documento si presenta come il terzo di questo tipo, dopo quelli conservati a Napoli e a Visso, comune in provincia di Macerata. Sarebbe identico al primo, quello del capoluogo campano, tanto da avere suscitato dei dubbi fra gli esperti che però sono stati presto fugati.
La docente della cattedra Leopardi presso l’Università di Macerata, Laura Melosi, afferma:
“I dubbi sono stati sciolti con la misurazione delle dimensioni dei caratteri, che ha escluso la possibilità di un ricalco, e un accurato esame delle caratteristiche fisiche del supporto cartaceo, corrispondenti a quelle in uso nella prima metà dell’Ottocento”.
Secondo la studiosa, l’autografo era stato allegato a una raccomandazione per la carriera militare di Luigi, uno dei nipoti del poeta. Il destinatario era il priore comunale di Santa Vittoria. Realizzato probabilmente tra il 1821 e il 1822, il documento presenta sul retro un piccolo quadrato verde sbiadito, il bollo prefilatelico di Montefalcone Appennino, e la nota di assunzione al protocollo.
Il documento autografo, cioè scritto da Leopardi stesso, è stato analizzato da Marcello Andria, uno dei massimi esperti degli autografi leopardiani e conservatore delle Carte Leopardi presso la Biblioteca nazionale di Napoli.
Speriamo riescano presto a trovare un accordo e che questo scritto, di inestimabile valore, trovi una degna e giusta collocazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il terzo documento autografo dell’Infinito di Giacomo Leopardi presto all’asta
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