Infinito presente
- Autore: Flavio Pagano
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2017
Dopo il successo di “Perdutamente”, Flavio Pagano torna a parlare di Alzheimer nel suo ultimo libro, “Infinito presente. Una storia vera di amore, Alzheimer e felicità” (Sperling & Kupfer, 2017).
Quando si condivide parte della vita con un malato di Alzheimer, la cosa che ti sorprende e un po’ ti sconvolge è che la perdita di memoria, l’incapacità di riconoscere finanche i congiunti più cari, non implica che quella mente sia spenta, ha solo preso altre strade, contorte, lontane nello spazio e nel tempo, in cui però ogni tanto ritrova la via per un temporaneo ritorno.
Passato e presente danzano assieme a ritmi vorticosi e spesso il passato – luoghi, volti sensazioni – è più vivido e reale del presente e di chi si affanna angosciato a ricordare a quella persona chi sia e dove si trovi. Flavio Pagano tenta un’impresa audace: quella di introdursi nella mente dell’anziana madre affetta da questa patologia cercando di raccogliere i fili sparsi di una vita e di tessere con essi una trama, una storia di amore e dedizione da raccontare e tramandare, dando voce e memoria a chi sta perdendo l’una e l’altra.
Un’impresa, però, non disperata, soprattutto se sostenuto e confortato a proseguire nell’intento da un una famiglia strampalata e sui generis come lo può essere chi agisce in base a un eccesso di amore piuttosto che a schemi e procedimenti razionali. In tal modo, Flavio Pagano si sdoppia, dando letteralmente voce alla madre malata: la narrazione infatti alterna il diario di bordo di una famiglia - in cui tutti, in un modo o in un altro fungono da caregiver - ai capitoli in cui è la madre la voce narrante: il suo punto di vista sempre un po’ traballante, i ricordi indelebili anche se confusi della sua giovinezza, e poi quel senso di perenne smarrimento, il sentirsi circondata da quegli estranei premurosi, ma pur sempre estranei, in cui si sono tramutati per lei i suoi congiunti: e sempre quel vento nella mente che le scompiglia e disperde i pensieri come una burrasca autunnale fa con le foglie degli alberi.
Chi pensasse di trovare in questa ultima fatica letteraria dello scrittore napoletano una struttura romanzesca analoga a quella del già citato “Perdutamente”, forse a un primo approccio rimarrà spiazzato anche dall’impianto narrativo; subito dopo però sarà risucchiato nelle vicende di quotidiana anormalità, ora drammatiche, ora esilaranti, di quell’interno familiare con Alzheimer. Soprattutto, però, sarà colpito dal coraggio che Flavio Pagano sfodera in questa prova narrativa originale ed esemplare per intenti e modalità. E capirà anche il senso di quel sottotitolo (“Una storia vera di amore, Alzheimer e felicità”) perché è proprio l’amore l’unica forza che può sostenere i familiari che hanno a cura un parente con simile patologia. Ed è sempre grazie all’amore e a quel legame inossidabile con la madre che Flavio Pagano vince la sua partita, di figlio prima che di scrittore, ricordandoci che la realtà può essere cruda e crudele, ma
“i sogni non finiscono mai se il sogno è amare”.
Infinito presente
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