Inglesi
- Autore: Beppe Severgnini
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
Gli italiani che arrivano in Gran Bretagna sono carichi di luoghi comuni, gli inglesi sono riservati, amano le tradizioni, leggono molto e si lavano poco, e si accorgono nel giro di qualche giorno che è tutto vero.
Ristampato nell’Edizione Best Bur, Inglesi di Beppe Severgnini con la sua scrittura ironica e divertita ci fa entrare nel mondo della spettacolare piramide delle classi del Regno Unito, permettendoci di comprendere meglio i vizi, i vezzi e le virtù degli inglesi.
Pubblicato nel 1990, il saggio è stato il primo libro dato alle stampe del nostro autore e fu subito un successo, e ha continuato ad esserlo fino ad oggi. Beppe Severgnini, giornalista del Corriere della Sera, saggista e opinionista, ha vissuto molti anni a Londra, come inviato de Il Giornale e del prestigioso The Economist. L’allora direttore Indro Montanelli lo volle come corrispondente da Londra, nonostante i colleghi sostenessero che per farlo ci voleva un giornalista di esperienza e non un così giovane inesperto.
Gli anni trascorsi in Gran Bretagna e l’esperienza conseguita sono stati riportati in questo libro che è divenuto un appuntamento immancabile per chi desidera conoscere e approfondire la storia recente e gli usi e i costumi del popolo d’oltre Manica. Una lettura scorrevole e piacevole con annotazioni storiche, politiche, sociali ed economiche ed intriso del fondamentale humor inglese. Un ritratto brillante e sagace del popolo di Sua Maestà.
Un saggio interessante, che è il resoconto di quanto e come le scelte politiche siano state determinanti e decisive per la rinascita di un Paese dal passato importante, una grande potenza imperiale, che è poi divenuta la nazione moderna europea di oggi. Il giornalista analizza soprattutto gli anni risolutivi del cambiamento in Inghilterra, gli anni della politica e del bagno di sangue della Lady di ferro Margaret Thatcher e, della trasformazione di alcune città quali Glasgow, Liverpool, che alle prese con un’alta disoccupazione e con le fabbriche dismesse, cambiarono la loro immagine con la ripresa economica, puntando su un nuovo contesto urbano e su nuove attività. Inoltre Beppe Severgnini si sofferma su alcuni aspetti tipicamente londinesi a tutt’oggi ancora affascinanti, come i taxi neri, la famiglia reale, il torneo di Wimbledon e le corse ad Ascot, attraverso cui gli inglesi fingono di avere un’estate. Racconta di come si vestono, cosa preferiscono mangiare e come la loro proverbiale cortesia scompaia quando bevono. Bere fino ad ubriacarsi è per un inglese l’atteso e irrinunciabile fine settimana. Un altro aspetto altrettanto interessante è quanto i repubblicani siano sempre un’esigua minoranza nel paese, mentre la monarchia è considerata una buona e vecchia abitudine che rassicura. Gli inglesi ammirano la loro regina, che salendo al trono giovanissima giurò che la sua vita intera, fosse breve o fosse lunga, sarebbe stata dedicata al loro servizio.
Non mancano note esilaranti sul perché manchi nel bagno il bidet (dovuto al puritanesimo protestante), sul perché le ragazze affrontino gli inverni a gambe nude, o sugli scandali dei politici inglesi che sono quasi tutti a sfondo sessuale, mentre quelli italiani i più noiosi del mondo, riguardano sempre il denaro; ed infine la nota umoristica sul musical, una superba invenzione britannica che consente di attirare dentro un teatro anche chi non capisce una parola d’inglese. Londra è una città che non ha i monumenti di Parigi, né le antichità di Roma, né la vitalità di Berlino, eppure è una città che attira perché in essa convivono più anime: quella rivoluzionaria e tradizionale, quella eccitante e rilassante.
“Gli stranieri, arrivando a Londra, commettono di solito due errori: inseguono i londinesi, che scappano; e cercano il centro, che non c’è. Esiste, è vero, il West End, ma è un centro artificiale: un tempo come indica il nome, segnava l’estremità occidentale della capitale, l’ultima frontiera prima di raggiungere il villaggio di Kensington. La verità è che Londra non ha un vero centro perché non è una vera città. È, invece, un’unione di villaggi. I villaggi in questione sono noti, diversi e autosufficienti: Islington o Fulham hanno i loro ristoranti, i loro cinema dove è possibile vedere gli stessi film in programmazione nel West End; le lo librerie e i loro caffè; i loro parchi e i loro pubs. Tutti gli abitanti trovano nella zona in cui vivono motivi di orgoglio. La chiave per capire la grandezza e i limiti di questo Paese è nascosta nei quartieri dove la nazione non ha mai smesso di essere vittoriana, perciò capace e caparbia.”
L'inglese. Lezioni semiserie
Amazon.it: 12,34 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Inglesi
Lascia il tuo commento