Insoliti sospetti di Salvo Toscano

Cinque libri sulla serie dei fratelli Corsaro, Fabrizio, cronista di nera e Roberto, avvocato penalista. Un susseguirsi di successi editoriali che hanno affermato Salvo Toscano, giornalista, caposervizio del quotidiano LiveSicilia.it e condirettore del mensile I love Sicilia, noto blogger siciliano, un grande creatore di gialli.
La scrittura di Salvo Toscano è stata definita ironica, irriverente, mordace e soprattutto siciliana: caratterizzata da proverbi, modi di dire e frasi in palermitano. Le storie di Toscano, tutte rigorosamente ambientate nella sua città natale, Palermo, sono avvincenti, coinvolgenti, mozza fiato, e sono caratterizzate da una venatura autobiografica.

Ne prendiamo una ad esempio: “Insoliti sospetti” (Newton Compton, 2015):

“Palillo, salumiere di mezz’età, viene scarcerato dopo un periodo di ingiusta detenzione con l’accusa di omicidio. Fabrizio Corsaro, cronista di nera ed ex donnaiolo impenitente, lo contatta per fargli raccontare la sua odissea giudiziaria in un’intervista. Ma quando il giornalista si presenta all’appuntamento con Palillo, lo trova morto in casa sua, ucciso da tredici coltellate. Per una catena di sfortunate coincidenze, però, gli inquirenti cominciano a sospettare di lui. E toccherà al fratello Roberto, avvocato penalista in piena crisi esistenziale alla soglia dei quarant’anni, cercare di tirarlo fuori dall’incubo nel quale la sua vita è sprofondata all’improvviso”.

Il quarto dei cinque noir di successo di Salvo Toscano non è solo un giallo scritto bene ma è anche un romanzo che denuda il sistema giudiziario italiano e in particolar modo siciliano, con i suoi limiti, le sue carenze e lungaggini burocratiche. È inoltre un romanzo che porta i dialoghi tra i personaggi, tutti azzeccati, al centro della narrazione sempre rigorosamente in prima persona i due protagonisti, i fratelli Corsaro che si raccontano in brevi capitoli alterni. Le pagine, che ti toccano maggiormente, sono quelle psicologiche, dove i personaggi ripiegati su se stessi riflettono sui temi e valori principali della vita, diventando così pagine di umanità intensa come ad esempio, quando Roberto, in chiesa, si interroga sulla sua fede:

“Niente. Non siamo niente se non combinazioni casuali di cellule che nascono e muoiono nell’attimo di una scintilla, impercettibile di fronte all’infinità del tempo e dello spazio. Nessun dio, nessuna speranza, nessuna giustizia, solo un lancio di dadi”.