Institutio oratoria di Quintiliano

Marco Quintiliano veniva dalla Spagna, una delle province più ricche culturalmente e con i maggiori autori dell’età imperiale.
Gli autori latini sono per lo più amati o ferocemente odiati dai giovani studenti, Quintiliano è solamente disprezzato. Era un professore(e questo va a suo svantaggio) non ha partecipato a congiure o si è dedicato all’amore, ha scritto solo un’opera come l’"Institutio oratoria" che tratta di grammatica, retorica e (purtroppo) pedagogia.

L’Institutio oratoria è un’opera in 12 libri scritti durante il regno di Domiziano (79d.C - 96 d.C.), su commissione dell’imperatore riguardo ad elementi che potevano interessare il pubblico del tempo.
I primi libri sono dedicati a problemi di lessico, grammatica, retorica e questioni grammaticali che dividevano asiani e atticisti (le due scuole di retorica presenti allora)
il X libro è dedicato invece alla formazione dell’oratore, che deve essere oltre che comunicativo colto in filosofia, retorica, storia e letteratura e mitologia.
Nel libro è presente anche una normativa pedagogica riguardante come l’insegnante debba trattare gli allievi e il modo stesso di comportarsi. Ne viene fuori un ritratto di insegnante autorevole, ma non autoritario come invece si usava allora. È il punto di arrivo del concetto di humanitas inaugurato da Terenzio e portato avanti da Cicerone tipico della civiltà romana.

Lo stile usato da Quintiliano nell’"Institutio Oratoria" rispecchia Cicerone come modello di prosatore, è lento, ritmico, regolare, con molte subordinate e un lessico elegante, il contrario di Seneca.