Intanto anche dicembre è passato
- Autore: Fulvio Abbate
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2013
E alla domanda “cosa avesse deciso di fare una volta cresciuto. Egli rispose "il bambino”.
Palermo 1961. Fulvio Abbate, l’io narrante e autore di “Intanto anche dicembre è passato” (Baldini & Castoldi, 2013), tra le ventisette opere candidate al Premio Strega 2014, è un ragazzino che coabita
- con Ettore Majorana, proprio lui lo scienziato misteriosamente scomparso nel 1938 che lo segue negli studi di matematica;
- con “Zio Hitler”, (“così nonno mi spiegò che avrei dovuto chiamarlo), il Fuhrer in persona, che ritinteggia la casa di famiglia ricevendo in cambio vitto, alloggio, una piccola paga, e recandosi a scuola a parlare col signor maestro, quando papà e mamma hanno da fare e portandolo al cinema per la prima volta a vedere “Mon Oncle” di Jacques Tatì;
- con mamma Gemma, insegnante di francese, che afferma di aver conosciuto Albert Camus sulla Costa azzurra, facendo così innamorare il figlio di Parigi;
- con papà Totò che ama leggere Quattro ruote e discutere di auto.
Fulvio Abbate racconta la sua infanzia arricchendola di personaggi ed eventi veri e fantastici in uno scorrere narrativo ironico, malinconico, surreale che ti rallegra e commuove allo stesso tempo. Il suo romanzo si sviluppa su due piani paralleli che in alcune passaggi s’intersecano: quello fantastico, dei due inquilini di casa Abbate, Hitler e Majorana, presi dalla Storia ma trasposti nel racconto con grande immaginazione e quello reale, dei componenti della famiglia Abbate, Totò, Gemma e Fulvio, ma anche in parte, il nonno Giuseppe ex fante della prima guerra mondiale nominato Cavaliere della Repubblica e la zia Gilda, morta giovanissima di tubercolosi, che hanno tutti un ruolo concreto e che influenzano le attitudini del giovane protagonista. Nell’educazione e crescita di Fulvio importante è il viaggio a Parigi, incontro reale/fantastico con Charles De Gaulle, Albert Camus, Tintin e i Compagni di Baal, ma anche metafora di un percorso di conoscenza che porta dal vero, Palermo attanagliata dalla mafia, alla finzione, lo strano missile inventato da Majorana sotto le mentite spoglie di un abito da Suora cucito dalla zia.
Il romanzo di Abbate è ricco di storie secondarie come l’amore di Hitler verso una donna conosciuta per caso durante un martedì grasso o quella di zia Gioconda, madre putativa di Fulvio, che s’innamora di zio Franco ed è pieno di tanti personaggi minori come il trotzkista Faraci, don Rossignol che scopre un’altra vocazione, quella per la regia di film porno, la procace Lucilla e certi strani personaggi mafiosi. Autobiografico, corale, circolare di formazione “Intanto anche dicembre è passato” non è etichettabile in un solo genere ma ne racchiude tanti. D’altronde lo stesso Abbate, ideatore di Teledurruti (la sua web-tv o “tv monolocale”, come lui stesso la definisce), è un romanziere, saggista, giornalista, blogger, leader politico del movimento politico Situazionismo e Libertà, polemista e personaggio televisivo.
Intanto anche dicembre è passato
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