Quando Lei viene. La Scrittura ispirata (Edizione indipendente, 2024) è l’ultimo libro della teologa Antonietta Potente, scritto insieme alla filologa e storica spagnola María-Milagros Rivera Garrestas.
“La scrittura ispirata è femminile”, scrivono le due autrici.
“Lei viene. A volte ci sveglia durante la notte e, altre volte, ci visita durante il giorno. Viene, con la visita di una frase, una parola. È mistero che vuole parlare attraverso tutte le donne e non solo quelle colte. È esperienza che si percepisce quando stiamo molto attente alla realtà che è ciò che più ci ispira. Guardando la realtà hai un’esperienza che ti ispira, sia nel bene che nel male. In questo libro abbiamo lasciato degli spazi in bianco perché ogni parola discenda e coloro che leggono possano aggiungere la loro esperienza. Perché Lei, quando viene, domanda sempre: che dici tu?”
Link affiliato
Conosco Antonietta Potente dai tempi dell’adolescenza, anche per la ragione che siamo vissuti nello stesso paese di mare. Da adulta lei è diventata una teologa famosa e io uno sconosciuto scrittore con l’ambizione di condividere molte delle sue tesi e qualche sensibilità rispetto alle cose che accadono nel mondo.
Antonietta Potente (Loano, 1958), che io chiamo con affetto Tonina, è una teologa che da anni coltiva la sua passione per il Mistero, nell’antica scia della spiritualità domenicana. Dopo aver conseguito il dottorato in teologia morale, Antonietta incomincia a insegnare in differenti università e dopo alcuni anni di insegnamento decide di andare a vivere in Bolivia.
Anche qui continuerà a insegnare nell’Università Cattolica Boliviana di Cochabamba (di cui è docente fino a oggi), ma lo farà partendo da un contesto totalmente diverso. Per quattro anni vivendo con altre due amiche di ricerca spirituale, in una grande periferia di una città e il resto andando a vivere con una famiglia di etnia aymara. Quei contesti divennero la sua più profonda e alta ispirazione, coltivando nella sua teologia, una passione per la differenza culturale. Così che potremmo dire che la sua è una vera teosofia: ricerca attenta della sapienza dei popoli e in particolare di quella via sapienziale indicata dalle donne. Con il popolo boliviano ha condiviso la cosiddetta “guerra dell’acqua” e ha partecipato attivamente al processo di cambiamento sociopolitico che portò per la prima volta gli indigeni al governo.
Attualmente vive in Spagna e continua la sua attività di ricerca esperienziale, riconoscendo la vita deve stare al centro di ogni riflessione, insieme a quell’invisibile “Mistero” che la abita.
Link affiliato
Tra le sue opere più note: Qualcuno continua a gridare. Per una mistica politica (La meridiana, 2008); Il sottile filo che sostiene il mondo (Romena, 2008). Un bene fragile. Riflessioni sull’etica (Mondadori, 2011); Mangiare il libro...Tracce sulla sapienza (Paoline, 2017); Cammini inediti. Dialogando sulla vita religiosa femminile (Paoline, 2019); Il miele e l’amaro. Riflessioni mistico-sapienziali sul libro dell’Apocalisse (Paoline, 2022).
Nel suo saggio Qualcuno continua a gridare. Per una mistica politica (La meridiana, 2008), Potente cita l’incipit del romanzo La storia del re trasparente della scrittrice spagnola Rosa Montero:
“Sono donna e scrivo. Sono plebea e so leggere (…) É la mia vittoria più grande, la mia conquista (...) e anche se le mie parole stanno per essere divorate dal grande silenzio, oggi sono la mia unica arma”.
Il dialogo che segue è a confine tra il mondo della teologia e della mistica e quello della letteratura, mondi che Antonietta conosce bene e che sono concime della sua scrittura. Lei ama il silenzio e misura le parole, questa è la cifra della breve intervista.
- Antonietta in un tuo saggio hai scritto che “il primo atto mistico politico è imparare a scrivere”. Hai aggiunto che “scrivere un libro è una missione perché consente di trasmettere agli altri ciò che si sente nel cuore”.
Ci sono stati scrittori che nelle loro iperbole creative hanno alterato la parola o l’hanno resa musicale come fece la poetessa Amelia Rosselli.
La scrittura per essere “bene-detta” e per essere accolta e compresa che caratteristiche deve possedere?
Link affiliato
Secondo me l’ispirazione, che viene dall’esperienza e soprattutto dall’amore alla vita. Non basta conoscere autrici o autori, bisogna vivere e, se si riesce, trovare le parole giuste per scrivere.
- In un altro tuo libro sostieni che nel mondo della tecnologia e delle piattaforme social le parole sembrano prodotte da un ingranaggio, come fossero oggetti “immessi in un veloce vortice. Oggetti anonimi, tutti uguali, senz’anima, proprio come avviene nel mercato globale”.
Tu che in Bolivia hai partecipato alla “battaglia dell’acqua” come facciamo a non sprecare le parole e a dissetare il mondo, sapendo bene che c’è acqua buona e pure fonti velenose.
Amando il silenzio, chissà quel silenzio sonoro di cui scrisse san Giovanni della Croce. Viviamo in questo mondo e non basta disprezzarlo o criticarlo, bisogna trovare il modo di guardare da un’altra parte.
- Nelle Scritture ebraico-cristiane il sapiente è colui che fa diventare vita ciò che legge, conosce e comprende. Nel tuo saggio del 2017 Mangiare il libro sostieni che “è necessario mangiare il rotolo della Parola, facendola diventare sangue, acqua, linfa vitale”. Quali sono per Antonietta Potente i romanzi del Novecento di cui dovremmo nutrirci?
Mi pigli su un punto debole, perché non sono una grande lettrice di romanzi. Preferisco i saggi e soprattutto le biografie e i testi poetici. Un testo per me importante è Acqua viva (Adelphi, 2017) della scrittrice, nata in Ucraina e naturalizzata brasiliana, Clarice Lispector (1920-1977), che più che un romanzo è una favola.
Ma in questi ultimi anni le mie due scrittrici preferite sono la filosofa spagnola María Zambrano (1904-1991), nominata nel 1985 “Figlia Prediletta” dell’Andalusia, e come la scrittrice, traduttrice e poetessa italiana Cristina Campo (1923-1977). Riguardo agli uomini per me ne esistono solo due: san Giovanni della Croce (1542–1591) e il filosofo, matematico e presbitero russo (1882–1937) Pavel Florenskij. Vi consiglio di leggere queste parole davvero sonore.
- Il nostro mondo, la nostra civiltà, la nostra Terra è martoriata dalle guerre (Ucraina e Palestina), i libri e le parole sono un lieve medicamento. In un tuo poema del 2003 (Sogni di Resurrezione) hai scritto che si spendono milioni di dollari per la guerra tra spese militari, dopo guerra e ricostruzione, ma i morti non resusciteranno e che la vera resurrezione è rappresentata dal piccolo colibrì “uccello che custodisce i segreti” cantato dai poeti Aztechi. Cosa intendi dire?
Non so, lo scrissi tanti anni fa in terra Sudamericana. Il colibrì, secondo la tradizione di molti popoli di quelle terre, è il piccolo uccellino che parla all’orecchio di profetesse e profeti. Sai, nel libro dell’Apocalisse c’è un versetto in cui si legge: “Qui c’è bisogno di una mente saggia”. Ecco, penso che sia questo che ci manca. Non menti erudite che ne abbiamo fin troppe, ma menti sagge. Che cosa voglia dire? Chissà? Le parole più belle sono sempre un enigma.
- Io so poco o nulla di mistica, seppure sia affascinato dalle biografie dei mistici, anzi di mistiche come lo sono state Teresa d’Avila, Faustina Kowalska ed Edith Stein. La tua ricerca teologica è segnata da una forte riflessione di genere e sulla forza del pensiero femminile per rileggere la storia umana. Rimanendo sul registro della letteratura mi viene in mente il romanzo Cecità di José Saramago dove la donna, in un mondo di ciechi, è l’unica a vedere.
Oltre a Rosa Montero chi sono le scrittrici che ami e che consigli ai lettori di Sololibri?
Penso di aver risposto prima, potrei aggiungerne altre ma sarebbe troppo lungo, penso che María Zambrano e Cristina Campo bastino.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista alla teologa Antonietta Potente: per una mistica femminile
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Ti presento i miei... libri News Libri Religioni Edizioni Paoline
Lascia il tuo commento