Nunzia Volpe (Milano, 1974) ha partecipato nel 2014 al Torneo Letterario IoScrittore con il romanzo La bambina che parlava alla luna, selezionato tra i vincitori della quinta edizione del premio. Nel 2020 ha pubblicato per la casa editrice Mursia L’amore imperfetto, con cui è in libreria.
- Buongiorno Nunzia, grazie per aver accettato questa nostra chiacchierata. Presentati ai lettori, dicci qualcosa di te.
Sono un’impiegata di Milano. Niente di più banale, lo so. Sono un’impiegata amministrativa con la passione (smodata) per le storie. Una passione che ho coltivato sin da piccola, quando la lettura era il mio porto sicuro, il luogo dove niente e nessuno potevano raggiungermi. Solo in seguito, ho iniziato a scrivere.
- Tu avevi partecipato al Torneo Letterario IoScrittore nel 2014 e tra l’altro l’avevi vinto con il romanzo La bambina che parlava alla luna. Come hai vissuto quel momento? Ricordi cos’hai fatto quando hai ricevuto la notizia?
A riprova del fatto che sono innanzitutto una lettrice, devo l’iscrizione al Torneo Letterario Ioscrittore a un romanzo: Acquanera di Valentina D’urbano. Ricordo che nei ringraziamenti l’autrice citava il Torneo che lei aveva vinto con il suo romanzo d’esordio. Incuriosita dalla sua storia, presi subito informazioni sul web e iscrissi La bambina che parlava alla luna. Era il 2014 e in quell’anno i partecipanti al Torneo erano quasi 3.000. La bambina che parlava alla luna passò prima lo sbarramento dei 300 e poi a novembre fu uno dei dieci finalisti. Non dimenticherò mai la sera della proclamazione al Book City di Milano. Sedevo in platea assieme a mio marito e mio figlio Martin. Davanti a noi, sul palco, vi era tutto lo Stato Maggiore di Gems. Nessuno, tra i partecipanti al Torneo, era a conoscenza di chi fosse passato, Gems lo teneva e lo tiene tutt’ora nascosto fino alla fine. Ricordo che quando iniziarono a proclamare i titoli dei dieci finalisti io ero distratta, chiacchieravo con mio marito e mio figlio e mi guardavo intorno. Quando il presentatore annunciò il titolo del mio romanzo io non capii subito e nemmeno mio marito, continuai a guardarmi intorno come un ebete senza alzare la mano o dire “sono io”. Mio figlio invece, che aveva compreso, si era girato verso di me e mi guardava sbalordito. Qualcuno di Gems, dal palco, dovette accorgersi dei nostri movimenti, perché a un certo punto chiesero, guardando nella nostra direzione, se l’autore del romanzo fosse presente. Fu così che mi alzai e, completamente frastornata, raggiunsi il palco. Fu una sorpresa enorme, non so dirlo in altro modo, qualcosa che pensi non possa assolutamente capitare a te.
- Ora parliamo del tuo nuovo libro, uscito quest’anno, dal titolo L’amore imperfetto edito da Mursia. Ce ne puoi parlare?
La storia di Sofia, la protagonista de L’amore imperfetto, è stata per me un’esplosione. La stesura della prima bozza è durata meno di sei mesi, un tempo veramente breve per me che sono una scrittrice dalle gestazioni piuttosto lunghe. Con questo romanzo ho voluto mettere in discussione totem, stereotipi, che per la nostra società sono intoccabili: la famiglia che accudisce, la madre che ama, il padre che protegge. Scrivere L’amore imperfetto è stato un mio personalissimo atto di coraggio, qualcosa che dovevo soprattutto a me stessa. Sono nata e cresciuta in un quartiere popolare della periferia di Milano dove il degrado e la violenza erano all’ordine del giorno: in strada così come a scuola e nelle case, in famiglia, dove talvolta i genitori stessi erano figure impreparate, incapaci, di amare in modo sano i propri figli. Le conseguenze di tali incapacità, a volte, sono state tragiche. Vivere in contesti di questo genere, dove rifiuto, abbandono, svilimento e maltrattamento sono il quotidiano, segna. Nel bene e nel male. E o si trova la forza per “rinascere”, per “reinventarsi”, per “ricostruirsi” positivamente, o ci si perde. Con questo romanzo ho cercato di raccontare una storia forte, di dolore ma soprattutto di riscatto.
- Dove prendi l’ispirazione per scrivere?
Non c’è una regola. Dipende. È una spinta che mi nasce da dentro, che si alimenta di ciò che ho visto, studiato, letto, vissuto. La bambina che parlava alla luna, ad esempio, nasce dai racconti di guerra e resistenza di mia nonna, cui sono molto legata. L’amore imperfetto, come ho già spiegato, è frutto della mia esperienza personale.
- Oltre alla scrittura che passione o hobby hai?
Oltre leggere e scrivere? Adoro passeggiare, fare escursioni e andare a cavallo.
- Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ehm… non lo dico altrimenti non si avvera.
- Hai progetti per il futuro per quanto riguarda la scrittura?
Ho terminato da qualche mese l’editing del mio terzo romanzo che adesso è in valutazione. Al momento mi sto limitando a buttar giù ciò che mi passa per la testa, come al solito. Non so se ne uscirà un’altra storia, non lo so mai.
Il booktrailer del romanzo L’amore imperfetto è disponibile su YouTube:
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Nunzia Volpe, in libreria con "L’amore imperfetto"
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