Vanessa Valentinuzzi, nata a Roma dove si è laureata in Lingue e Letterature straniere, si è specializzata con una seconda laurea come traduttrice e interprete, lavora come traduttrice e ha la passione per i tacchi a spillo, la corsa e la cucina. Nel 2011 ha esordito con il suo romanzo Volevo essere Coco Chanel.
Lo scorso aprile ha pubblicato Volevo essere Audrey Hepburn (Newton Compton 2014), romantica e divertente storia di Viola Parini, il cui nuovo attico nel Rione Monti “nel cuore della città eterna” le aveva aperto una nuova prospettiva di vita.
La trentenne romana, “un tipo fantasioso” con qualche lentiggine e la pelle bianca eredità del nonno materno, per il momento era stata costretta a riporre nel cassetto “il sogno di diventare una grande e affermata sceneggiatrice”. Viola era diventata uno chef per caso “benché di tutto rispetto”, perché “l’assenza di lavoro acuisce l’ingegno”.
Grazie a “un’invenzione geniale” dell’amica Cecilia e alle ricette di nonna Miriam (“cucinare è un atto d’amore”), da circa un mese l’attico panoramico della giovane si era animato di un chiacchiericcio estivo, di un rumore festaiolo, di forchette tintinnanti e di un seducente profumo di spezie mediterranee.
“Sette sconosciuti si riunivano, dando vita a un rito enogastronomico e sociale noto come il Cous cous club”, “il blog che ti prende per la gola”
Erano nate così cene eleganti per ospiti selezionati. Il successo del Cous cous club era stato immediato ma le sorprese per la simpatica Viola, che aveva come eroina Audrey Hepburn, erano solo all’inizio.
Non è solo un chick lit quello di Vanessa, che già nel suo precedente romanzo aveva esplorato nei sentimenti delle giovani generazioni e il mondo precario nel lavoro.
“Ogni venerdì una congrega golosa si incontrava nel mio piccolo ma accogliente attico”.
“La felicità è costituita da una salute di ferro e da una memoria corta”.
- Vanessa, la frase di Audrey Hepburn che ha posto come esergo del volume rappresenta anche la Sua filosofia di vita?
Si tratta di un ottimo consiglio fornito da una donna molto forte e impegnata anche nel sociale. Mi sembrava giusto farne tesoro. A volte, serve un po’ di leggerezza per superare ostacoli come la perdita di un amore o del lavoro e alla Viola del mio romanzo capitano entrambe le cose.
- La personalità di Viola è simile alla Sua?
In ogni libro ci sono personaggi che rispecchiano sotto alcuni punti di vista l’autore o autrice. Condivido con Viola l’amore che riversa nelle sue imprese, la sua dedizione e anche qualche sua paura. E, ovviamente, la passione per la cheesecake!
- La crisi economica e il lavoro sempre più precario hanno generato nuove occupazioni, proprio come il Cous cous club. Che cosa ne pensa?
Sono stata in un ristorante “casalingo” all’estero e da lì mi è venuta l’idea per il romanzo. Credo che un momento di difficoltà possa stimolare la creatività individuale, proprio come accade nel mio libro. Detto questo, ci vorrebbe un aiuto maggiore da parte dello Stato per facilitare la realizzazione di nuovi progetti.
- Per la redazione del personaggio di Zazie Bernardi, la presentatrice televisiva più famosa del momento, si è ispirata a qualche presentatrice in particolare?
Zazie è la summa di alcune donne belle e carismatiche che mi è capitato di incontrare.
Viola quando ha le “paturnie”, rivede Colazione da Tiffany sognando di andare in giro per New York indossando un tubino nero come la protagonista Holly Golightly.
- Per quale motivo un’attrice come Audrey Hepburn resta sempre presente nell’immaginario collettivo?
Audrey è un’icona di eleganza e modernità. L’emblema della donna colta e intelligente che non ha bisogno di fingersi oca per sedurre, né di indossare tacchi vertiginosi. E’ semplice, bellissima e anche sensibile. Un vero modello che supera lo scorrere del tempo.
- Commissionato dal Centro per il Libro e la Lettura, il rapporto L’Italia dei Libri 2011-2013 ha dichiarato che sono le donne a dimostrare maggiore interesse verso la letteratura, il 41% sul totale dei lettori contro il 33% degli uomini. Quale ritiene sia il motivo?
La donna è curiosa e si mette sempre in discussione, anche attraverso le sue letture. Siamo complesse e forse per capirci e capire gli altri di più amiamo ascoltare storie diverse o simili alle nostre. Io ripeto spesso che il libro per me resta sempre il luogo dove mi sento più a mio agio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Vanessa Valentinuzzi, autrice di “Volevo essere Audrey Hepburn”
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