Brunella Schisa, giornalista e scrittrice napoletana, ha curato la pubblicazione di Herculine Barbin. Memorie di un ermafrodito (1978), Il teatro di Raymond Roussel (1982), Lettere di una monaca portoghese (1991). Tra i suoi romanzi:
- La donna in nero (2006), che ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Rapallo Carige;
- Lo Strappo (2008), scritto con Antonio Forcellino e tradotto in diversi Paesi;
- Dopo ogni abbandono (2009), una ricostruzione letteraria della vita della Contessa Lara.
L’autrice è giornalista di Repubblica dal 1983 e inviata del Venerdì di Repubblica, per il quale si occupa della rubrica dei libri.
Ad ottobre 2013, Mondadori pubblica il Suo ultimo romanzo "La scelta di Giulia".
“La scelta di Giulia”: l’ultimo romanzo di Brunella Schisa
Partendo da un anello, “una corniola ovale incisa, sostenuta da una catena d’oro rosso a maglie morbide” stile liberty che l’anziana prozia Carolina dona alla ventitreenne Emma come regalo di laurea, quest’ultima apprenderà a poco a poco i misteri, le bugie, le gelosie, i tanti tradimenti degli uomini “seduttori pervicaci” e delle donne della sua colta famiglia, i Cortesi di Napoli. Sarà dunque il prezioso monile, “suggello di un segreto indicibile” appartenuto alla bisnonna Giulia che lo usava “come sigillo del suo imperio sulle cose e sulle persone”, che spalancherà alla protagonista le tante finestre del palazzo umbertino di via dei Mille 91 dove ancora abitano tutti i Cortesi rimasti nella città partenopea. Emma si troverà così a dover scrivere una nuova pagina della saga di famiglia misurandosi con il proprio passato “passo imprescindibile per crescere”. Sfila tra le pagine del romanzo una galleria di personaggi singolari e ben caratterizzati mentre sullo sfondo si staglia la Storia: le fallimentari imprese coloniali in Africa della fine del XIX Secolo e la successiva colonizzazione in Eritrea “punta di diamante del colonialismo italiano”, le sanguinose trincee della Grande Guerra quando “il Piave mormorava”, le miserie e le macerie della II Guerra Mondiale, attraverso un periodo temporale che si affaccia fino agli anni Ottanta del XX Secolo.
“Era una torrida mattina di luglio quando la mia vita scartò su un binario imprevisto”.
Intervista alla scrittrice Brunella Schisa
- Signora Schisa, questo è il primo romanzo in cui parla di Napoli, la sua città. Sono contenuti nel libro alcuni elementi autobiografici?
Sì. Ovviamente mi sono ispirata alla mia famiglia, anche se molti fatti sono inventati. Sono autentici i sentimenti più che i singoli episodi. Io non ho mai violato cassetti e i diari di una anziana signora, di natura sono una persona discreta e rispettosa. Emma, la protagonista, è invece invasa dal demone della curiosità. Ignora le sue radici e vuole andare a fondo nella ricerca. Per sapere dove vuole andare, deve conoscere il suo passato. E quello che scoprirà sarà scioccante.
- Mentre Emma s’inoltra nella vasta documentazione che contiene l’archivio di famiglia e “le miserie dei Cortesi” ritrova il suo passato e riscopre se stessa?
Sì, penso che questo valga per tutti. I giovani in genere non sono interessati ai racconti di famiglia, hanno altro cui pensare, una vita da vivere. Invece la conoscenza aiuta a capire se stessi, a riflettere sul proprio futuro. È un modo di guardare avanti. Dovremmo dare più ascolto ai testimoni del nostro passato. Io personalmente sono stata presa dalla curiosità molto tardi e mi sono pentita di non avere saccheggiato la memoria dei miei nonni e di chi poteva raccontarmi la storia familiare. Cedo che in tutte le famiglie ci siano storie che meritano di essere narrate.
- “Niente resta uguale. Per aprire una porta devi chiuderne un’altra. C’è sempre qualcosa che ci lasciamo dietro e non vorremmo”. Concorda con la riflessione della prozia Carolina?
Sì, certamente. Penso che i riti di passaggio siano dolorosi, eppure necessari. Il più difficile è entrare nel mondo adulto. La laurea proietta di forza Emma in un mondo in cui deve trovare la sua strada. E non è semplice per un giovane. Mi riferisco agli anni Ottanta in cui è ambientato il romanzo, dove il problema della ricerca del lavoro non era drammatico come lo è adesso; difficile era capire cosa desiderare, cosa augurarsi per sé.
- Per quale motivo definisce un “homo faber” Alessandro Cortesi, il fondatore della ricchezza della famiglia?
Perché è l’artefice della sua fortuna. La natura l’ha dotato di ingegno e lo mette al servizio del prossimo e della sua famiglia. Io penso che sprecare i propri talenti sia un peccato capitale.
- Da molti anni cura una rubrica di libri sul magazine Il Venerdì del quotidiano La Repubblica. La Sua passione per la letteratura si è sviluppata da piccola e qual è stato il romanzo che di recente l’ha più colpita?
Sono due romanzi e purtroppo stranieri: “Il senso di una fine” di Julian Barnes e “Stoner” di John Williams. Il primo riflette sulle trappole della memoria, il secondo è il ritratto indimenticabile di un eroe anonimo.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Brunella Schisa, autrice de “La scelta di Giulia”
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Ti presento i miei... libri News Libri Recensioni di libri 2013 Brunella Schisa
Lascia il tuo commento