Oggi abbiamo il piacere di intervistare la giornalista e scrittrice Federica Fantozzi, autrice de Il logista, thriller edito da Marsilio, proposto tra i 16 finalisti per il Premio NebbiaGialla 2018.
Federica Fantozzi è nata e vive a Roma, ha lavorato come cronista parlamentare per «l’Unità», ha scritto, tra gli altri, per «il Venerdì», «l’Espresso», «la Repubblica». Oltre alla sua più recente pubblicazione, Federica è l’ autrice di due thriller editi da Marsilio, Caccia a Emy (2000) e Notte sul Negev (2001), e della biografia Enrico Letta, scritta insieme a Roberto Brunelli e pubblicata da Editori Riuniti nel 2013.
Abbiamo incontrato Federica Fantozzi per l’intervista presso la libreria Tra Le Righe a Roma, dove l’autrice ha gentilmente risposto alle nostre domande.
Intervista a Federica Fantozzi
Federica, sei una donna, mamma, giornalista e scrittrice. Come ti racconteresti?
Mi considero principalmente una giornalista, perché questo è il lavoro che faccio da venti anni. Ho lavorato per l’Unità per circa diciotto anni fino alla chiusura, e oggi curo diverse collaborazioni. Sono anche scrittrice e mamma di due ragazzi vivaci e in gamba. Chiaramente la famiglia mi assorbe, ed è sicuramente impegnativo riuscire a coordinare tutto. La mia però è una grande passione.
Scrivere è un mestiere solitario ed estremamente estenuante, assorbe tutte le tue energie e assume sfaccettature diverse a seconda del ruolo che ricopri: quando scrivi come giornalista scrivi per gli altri e devi stare a determinate regole, mentre quando scrivi da scrittore, scrivi per te stesso. Nella mia vita i libri hanno sempre avuto un ruolo importante: prima di essere giornalista e scrittrice, infatti, sono una gran lettrice.
E cosa ti piace leggere?
Leggo libri su libri, prediligo gialli, noir e thriller. Ho letto col fiato sospeso i romanzi di Don Wislow (ho letteralmente divorato Le indagini di Neal Carey); ho apprezzato i romanzi di Cormac McCarthy (meraviglioso Cavalli Selvaggi). Tra gli autori italiani ho amato Antonio Manzini e Giancarlo De Cataldo, chiaramente sono stata travolta da I bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni, e ho seguito le indagini del commissario Ricciardi con gran partecipazione.
Tra gli autori che leggi c’è qualcuno in particolare a cui ti ispiri, o che consideri un punto di riferimento?
Devo dire che ho un debole per Alessia Gazzola: mi piacciono molto i suoi libri. Il suo stile mi ha conquistata, e ho apprezzato tanto Alice Allevi, la protagonista del suo L’allieva. Se dovessi trovare dei punti di riferimento, direi che la mia Amalia Pinter, la giornalista protagonista del mio ultimo romanzo, somiglia in qualche modo ad Alice.
Federica, tu scrivi thriller. I contesti nei quali si districano le tue trame sono sempre molto singolari: baleniere nel Circolo Polare Artico, villaggi di beduini nel deserto del Negev, covi di terroristi nel cuore segreto della nostra capitale. Da dove trai ispirazione per creare trama, fatti e personaggi dei tuoi romanzi?
Per quanto riguarda il materiale parliamo sempre di qualcosa che mi ha intrigato, giornalisticamente parlando. Chiaramente nello svolgimento del libro si approfondiscono le ricerche per costruire poi la fiction narrativa e renderla verosimile, ma i fatti sono di solito già realmente presenti, sono solitamente episodi che hanno attirato la mia attenzione da un punto di vista giornalistico. Per esempio Il logista non sarebbe mai stato scritto se non avessi seguito in prima persona l’attentato al Bataclan di Parigi per l’Unità.
Per la trama invece posso dire che non seguo un’organizzazione prestabilita. Quando sto scrivendo un romanzo cerco di scrivere tutti i giorni, anche quando non sono ispirata. Parto da un’immagine, il prologo, e mi diverto a scoprire quali idee e intuizioni porteranno a sviluppare filoni narrativi e personaggi. I personaggi nello specifico non sono mai predeterminati. Nascono da una base, ma poi si evolvono con te, man mano che la storia cambia. Ci sono stati personaggi pensati in un modo che poi in corso d’opera si sono trasformati completamente.
Restiamo sui personaggi. Il logista, Caccia a Emy e Notte sul Negev: in tutti i tuoi romanzi le protagoniste sono sempre donne. Come mai?
È vero: la prima protagonista era un’avvocatessa, la seconda una spia, e Amalia Pinter de Il logista è una giornalista. Scelgo le donne come personaggi principali perché posso più facilmente immedesimarmi e immaginare un sentire tipicamente femminile... e poi perché, confesso, sono profondamente convinta del fatto che noi donne abbiamo una marcia in più!
E voi, avete letto Il logista di Federica Fantozzi? Anche voi siete appassionati di thriller? Fatecelo sapere nei commenti!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Federica Fantozzi, autrice de Il logista
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