La casa editrice romana L’Orma in pochi anni è riuscita a ritagliare un suo spazio di riconosciuto valore, grazie all’eleganza e all’originalità delle sue pubblicazioni: ci racconta in quest’intervista i tratti principali della sua linea editoriale, le collane, i riferimenti culturali e i maggiori successi messi a segno sul difficile mercato italiano.
- Quando e dove è nata la vostra casa editrice, e sulla base di quali motivazioni e finalità?
L’orma Editore approda in libreria il 4 ottobre 2012, ma nasce almeno due anni prima nelle idee, nelle aspirazioni e nei bisogni dei suoi due fondatori, Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari. Nasce in particolare su un divano in un appartamento berlinese dove, da felici espatriati, abbiamo deciso di dare una forma più stabile, esterna e intellegibile a un’amicizia e a un sodalizio intellettuale che duravano da oltre dieci anni. Ci siamo detti che c’era spazio per portare in Italia grandi libri provenienti dai mondi culturali che, per competenze di studio ed esperienze di vita, conoscevamo meglio – le letterature di lingua francese e tedesca – cercando di elaborare un discorso culturale che rispondesse a una sete di «benfatto» e di complessità, e al contempo di chiarezza e di levità, che noi stessi provavamo.
- Quante persone collaborano al vostro progetto all’interno della casa editrice, e a quali appoggi esterni vi affidate nelle proposte, nelle traduzioni e nei commenti dei vostri libri?
L’organico interno della casa editrice è costituito da cinque persone, con un’idea trasversale e comunitaria del lavoro in cui molte mansioni sono condivise: ci sono i due editori, la nostra caporedattrice Elena Vozzi con funzioni anche di social media manager e addetta alla produzione, l’ufficio stampa Chiara Di Domenico, che tra le altre cose ha curato per noi una splendida raccolta di lettere di Dino Campana, e Massimiliano Borelli, redattore e curatore, che è anche un inventivo e appassionato commerciale. La ricerca dei titoli costituisce uno dei grandi piaceri del mestiere di editore, che permette di alternare scoperte in proprio e scelte tra le tante belle proposte che ci arrivano dalle fonti più diverse: studiosi, agenti, traduttori, amici ecc.
- Quante collane avete in catalogo? Pubblicate anche ebook? Che tipo di narrativa, di saggistica e di poesia intendete proporre?
Siamo una casa editrice che ragiona per collane, proprio nel senso che per noi questi spazi editoriali sono strumenti di pensiero che ci aiutano a costruire un percorso e un discorso attraverso i titoli che pubblichiamo. Ne abbiamo all’attivo cinque. Kreuzville e Kreuzville Aleph, le collane di letteratura francese e tedesca, il nome è una crasi di Kreuzberg e Belleville due quartieri, uno berlinese e l’altro parigino, che ci sembrano ben rappresentare la stratificata e complessa vitalità dell’Europa di oggi. I Pacchetti, libri pronti per essere spediti dove raccogliamo selezioni e traduzioni inedite degli epistolari di grandi autori, pensatori e personaggi storici cercando di raccontarli con un taglio particolare e talvolta iconoclasta. L’Hoffmanniana dove stiamo presentando in nuove traduzioni e con ampli apparati critici l’opera completa del grande narratore romantico tedesco E.T.A. Hoffmann sotto la direzione del germanista Matteo Galli e fuoriformato, dove si pubblicano, con le parole del suo direttore Andrea Cortellessa
“testi italiani irriducibili a convenzioni di genere, impaginazione, stile”.
Fatte salve le collane inevitabilmente legate alla materialità dell’oggetto libro (I Pacchetti e fuoriformato), tutte le altre sono presenti anche in ebook.
Come recitano le descrizioni programmatiche della Kreuzville e della Kreuzville Aleph, cerchiamo di proporre
«testi a picco sul reale che attingono alle enormi fucine di Francia e Germania, romanzi che incalzano il mondo con le armi dello stile e della lingua» e «libri che contengono in nuce tradizioni, ragioni e furori»
al cuore del contemporaneo per illuminare e rivelare le tendenze e le derive dell’Europa che siamo e che saremo.
- Qual è stato il vostro libro che ha riscosso più successo, di pubblico e di critica?
Sicuramente Gli anni di Annie Ernaux, un romanzo straordinario, un’autobiografia impersonale, come la definisce l’autrice, capace di restituire la vita di una donna, di una nazione e dell’Europa tutta dal dopoguerra ai nostri giorni. È un libro che interpella il lettore interrogandolo sulla coerenza della propria vita. È una di quelle opere d’arte per cui valgono le parole di Rilke in Torso arcaico di Apollo:
“perché là non c’è punto che non veda / te, la tua vita. Tu devi mutarla”.
In Francia è considerato un classico contemporaneo e anche in Italia Annie Ernaux è stata accolta come una lettura imprescindibile.
- Che difficoltà incontrate nel diffondere la vostra attività, e cosa vi augurate per il vostro futuro di editori?
La casa editrice sta andando bene e a pochi anni dalla fondazione abbiamo una visibilità e una diffusione davvero sorprendenti. Non sono pochi però i libri che hanno una vita difficile, riuscendo a raggiungere solo una parte limitata dei loro lettori potenziali, anche quando ricevono un’ottima accoglienza da critica e stampa. Siamo grati alle tante libraie e ai tanti librai che propongono con competenza ed entusiasmo i nostri titoli spesso scegliendoli, e così salvandoli, tra la legione di altre proposte che quotidianamente bussano per affollare i loro scaffali.
Per il futuro speriamo di riuscire a proseguire per un cammino di coerenza, un cammino, come diciamo noi, «a baricentro interno»: è un’espressione che usiamo per definire ciò che si fa per ragioni intrinseche, per convinzione, per piacere, per necessità interiore. Vorremmo continuare a condividere libri che, coinvolgendo e cambiando le nostre vite, ci auguriamo arricchiscano anche quelle degli altri.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’orma Editore si racconta in un’intervista
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