Il mondo letterario italiano, già ricco di autori, vanta, per fortuna anche attualmente, nuovi nomi, nuove storie. Tra i giovani scrittori c’è Vins Gallico, il cui romanzo “Final cut” è stato uno dei semifinalisti al Premio Strega 2015. L’autore, nato in Calabria, vissuto in Germania e ora impegnato a Roma con le attività di libraio, scrittore e traduttore, non è alla prima pubblicazione. Già autore di “Portami rispetto” (Rizzoli, 2010), riconferma le proprie doti con il suo secondo romanzo. Ecco, finalmente, l’occasione di conoscerlo meglio.
- Che cos’è Final cut?
La Final Cut srl è una società che si occupa di recuperare e riconsegnare gli oggetti e gli effetti personali degli ex dopo la separazione. In alcuni casi addirittura comunica i motivi della separazione. L’idea nasce dalla volontà di lasciare fare a terzi un passaggio piuttosto doloroso in ambito emotivo.
- A suo parere, questo tipo di start up rende più facile, meno doloroso un addio e non toglie anche l’ultima speranza di riunirsi?
Il senso della start up è proprio quello: meno dolore, taglio clinico. Chirurgia al posto della sofferenza. Però i ricordi, le emozioni non possono essere trattati con un atteggiamento così asettico, come infatti dimostra quello che succede al protagonista.
- Quanto c’è di cinico, di giocoso, di serio, nel romanzo?
La tematica amorosa è universale eppure complicatissima da gestire in letteratura. Il rischio della banalizzazione o dell’enfasi è sempre in agguato. Io ho scelto la via della leggerezza, come consigliava Calvino, anche se descrivo un percorso doloroso. Al protagonista, nonostante abbia più di trent’anni, capita una vicenda che lo forma, lo fa crescere, come in un romanzo di formazione.
- A quali fra le coppie in crisi da lei descritte è particolarmente affezionato?
Sicuramente a Nino e a Romana, l’unica coppia che dura. In un catalogo di amori andati a male, quei due vecchietti sono i miei preferiti.
- Nel libro lei chiarisce i vari significati del titolo. Può farlo anche per i lettori?
Final cut vuol dire taglio finale, è anche il nome di un programma di montaggio, dell’ultimo disco che i Pink Floyd hanno fatto insieme, della versione definitiva di un film che arriva in sala. Insomma ognuno può interpretare come vuole il senso di questa scelta per il nome dell’agenzia e del mio romanzo...
- A suo avviso, sono cambiate le relazioni sentimentali negli ultimi decenni? Se sì, come e per quali motivi?
Basta solo un dato. Da quando è possibile divorziare, siamo arrivati al punto che oggi ci sono più divorzi che matrimoni. Penso che le relazioni siano cambiate radicalmente, e che ancora però non ci sia stata una sufficiente riflessione filosofica su questo cambiamento.
- Un’ultima domanda: lei vende libri. Quanta crisi c’è nel settore? Quanto valore ha ancora la lettura e come rivalutarla soprattutto presso un pubblico giovane?
Non riesco a concepire la mia vita senza libri. Per me è un modo eccezionale per sfondare le pareti della percezione. Se leggo capisco di più la mia vita. Me la godo di più. Ma capisco anche chi non lo fa. La crisi nel settore dipende sia dalla qualità della proposta sia dai nuovi modi di trascorrere il tempo libero.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Vins Gallico, in libreria con “Final cut”
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