Marco Di Tillo è l’inventore del poliziotto genovese Marco Canepa, già protagonista di Tutte le strade portano a Genova, Come lupi nella neve, Omicidio all’Acquario di Genova. Ora torna in libreria con una nuova avventura intitolata Sotto le stelle di Genova, edita da Fratelli Frilli editori.
Scopriamone qualcosa in più grazie ai nostri collaboratori Ornella Donna e Vincenzo Mazzaccaro.
Sotto le stelle di Genova: il romanzo
a cura di Ornella Donna
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In questo romanzo, il poliziotto genovese Marco Canepa è alle prese con un caso complicato e delicato: una donna viene uccisa e abbandonata all’interno di una barca a Recco. Il cadavere è Maria Giansanti, moglie di Giulio:
“Era girata su un fianco, sul fondo della vecchia barca tirata in secco, la mano sinistra appoggiata sotto la guancia e il braccio destro steso lungo il corpo. Come se si fosse addormentata per caso in quello strano posto e in quella semplice posizione. Gli occhi erano aperti, a fissare un punto preciso. Forse, prima di lasciare per sempre questo strano mondo, aveva guardato gli incerti scalini su cui si poggiavano i remi o forse stava fissando il viso del suo assassino, chissà”.
Chi ha potuto volere la morte di “una donna così buona”? Così l’autore descrive Maria:
“La pelle un po’ avvizzita sul viso magro, le profonde occhiaie scure sotto gli occhi marroni, bloccati adesso in quell’unica espressione di eterno stupore. La bocca aveva labbra di un tiepido colore rosa antico, sottili e tristi, anche se, forse, di triste, in quella scena, c’era un po’ tutto, compreso il vasto ematoma violaceo sul collo che non lasciava dubbi riguardo alla causa della sua morte.”
Mario Canepa si fa assistere dal suo amico Gianni Galetti, ex dirigente in pensione, che per diletto scrive gialli con un suo personale metodo:
“Lui era uno scrittore estemporaneo, si muoveva d’istinto e, soprattutto, si lasciava trasportare dal personaggio, dai loro dialoghi, e dalle varie personalità dei protagonisti che si andavano formando pagina dopo pagina. Quasi mai, all’inizio del libro, sapeva chi fosse l’assassino e perché aveva ucciso. Lui faceva morire qualcuno e poi decideva il perché, soltanto dopo, mentre scriveva.”
Riusciranno a far luce su di un caso così atroce e inspiegabile?
Sotto le stelle di Genova è caratterizzato da una trama compatta e ben costruita, un linguaggio fluido e preciso, con una grande caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione. Per gli amanti del genere, una rara e preziosa chicca letteraria. Una lettura che cattura fino all’ultima pagina.
Recensione del libro
Sotto le stelle di Genova
di Marco Di Tillo
Intervista all’autore Marco Di Tillo
a cura di Vincenzo Mazzaccaro
- Com’è nata l’idea di questo romanzo, dopo i tre già scritti per i Fratelli Frilli editori?
Sono stato in vacanza con la mia famiglia a Recco e Camogli. Recco è il luogo in cui Canepa vive da sempre, anche se nei precedenti lavorava ancora nella squadra omicidi della Questura di Genova e tornava a Recco solo per dormire. Ho pensato che forse gli avrebbe fatto piacere occuparsi in prima persona da “poliziotto” della sua cittadina. Forse era convinto che la sua vita, in un piccolo centro, sarebbe stata più tranquilla. Leggendo il libro, tutti capirete che non è andata proprio così. Insomma, il male viene a cercarti anche nei piccoli centri, quelli che sembrano più tranquilli e sicuri.
- Come descriverebbe il nuovo Marco Canepa, con moglie e figlio?
Lui è sicuramente molto felice. Come i miei lettori più affezionati ricorderanno, Simona era stato il suo grande amore da sempre, la sua fidanzata storica. Erano prossimi al matrimonio molti anni prima ma poi lei, in una profonda crisi esistenziale, nel forte desiderio di aiutare il prossimo, aveva deciso di partire per l’Amazzonia, per fare la suora laica in una favela di Manaus. Lui era letteralmente disperato e nessun’altra donna era riuscita a fargliela dimenticare. Quando, dopo tre anni, Simona aveva infine deciso di tornare da lui, per Marco è stata la gioia più grande. Si sono subito sposati e, dopo 9 mesi esatti, è nato un bellissimo bambino. Ah, l’amore, l’amore…
- Lei fa molte altre cose, oltre che scrivere. Può dircele, gentilmente?
Mi sono laureato in Psicologia ma non ho mai esercito la professione. Dico sempre, per scherzare che l’ho fatto solo gratuitamente, per gli amici. Consigli di uno psicologo dilettante, pret a porter. Da ragazzo facevo lo sceneggiatore per i fumetti e ho vinto anche dei premi. Tra le serie importanti che ho scritto “I grandi del calcio”, “I grandi del cinema”, “I grandi del jazz”, disegnati dai migliori disegnatori italiani. Poi, per circa 25 anni, ho fatto l’autore di testi per la Rai. Ho iniziato in radio con Serena Dandini, con un programma sulla vita dei grandi del jazz, ho fatto debuttare Piero Chiambretti su Raiuno e ho scritto tantissimi programmi, compresi sei anni alla Tv dei Ragazzi con Topo Gigio e l’Antoniano di Bologna. Ho girato due film come regista, un giallo per bambini scritto insieme a Chiambretti, “Operazione Pappagallo”, prodotto da Rai due e una commedia dal titolo “Un anno in campagna”, con la storia di un gruppo di ragazzi che lasciano la città e decidono di andare a vivere in campagna ad allevare animali e coltivare la terra. All’inizio degli anni 2000 ho aperto nel centro di Roma un piccolo hotel che si chiama “Hotel Modigliani” e che gestisco insieme ai miei figli. Poi continuo a scrivere i miei gialli e altri romanzi.
- Ma la stazione di Recco dove è capo di Polizia esiste realmente per come la descrive?
L’Emporio, così come ho soprannominato quella stazione, in realtà non esiste nel modo in cui io l’ho descritto. Ma, in fondo, a che serve uno scrittore di romanzi, se non inventa qualcosa? Se deve solo descrivere la realtà, senza finzione alcuna, allora pubblicherebbe saggi, non è così?
- Perché descrive Genova e Recco con tanto amore, tanta devozione?
Genova, per uno scrittore, è davvero un luogo magico. Tutto chiama mistero, fascino, intrighi, storie avventurose. Le stradine del centro storico, gli abitanti particolari, i negozietti, i pescatori, le varie etnie presenti, il porto. Insomma il romanzo è già lì davanti a te, si scrive quasi da solo. Sono da sempre affascinato da Genova e dai paesi vicini, fin da piccolo.
- Perché stare con i Fratelli Frilli editori è così importante per chi scrive letteratura di genere? Vi sentite tutelati?
Frilli è un editore speciale e specialista, nel senso che pubblica solo ed esclusivamente gialli, da sempre. Quindi, per un autore di gialli, è come stare a casa, circondato da colleghi che fanno le stesse cose. Ti senti protetto o, comunque, ti senti nella squadra giusta. C’è nel gruppo Frilli molta coesione e piacere di camminare insieme.
- Ha mai pensato di sganciarsi dai Fratelli Frilli e di scrivere solo un romanzo?
Non scrivo in esclusiva per Frilli e non scrivo solo gialli. Se guarda la mia storia professionale noterà molti libri per ragazzi per Einaudi e Mursia, fiabe per bambini e romanzi di vario tipo. Recentemente, ad esempio, ho pubblicato per Mursia “L’orco di Mussolini” sul caso Girolimoni degli anni ’20 e poi “Una santa per amica” con le Edizioni Dehoniane, sulla mia strana amicizia giovanile con Madre Teresa di Calcutta. Per Lisciani Libri ho pubblicato infine il romanzo “La neve al mare”, una pazza estate di tre disastrati sedicenni.
- Lei è molto attivo sui social. Ci si diverte, ma scrive anche post importanti. Che cosa sono per lei?
Io al momento sono solo su Facebook, i social sono solo un modo di esprimere i propri pensieri e di comunicare al mondo ciò che si fa nel mondo. Non credo però di essere particolarmente attivo. Mi piace parlare dei miei libri, quando escono e leggere i commenti dei lettori.
- Lei ha una scrittura fluida, speciale, molto bella. Pensa che tutti questi corsi di scrittura che ci sono servano realmente?
Non lo so se servono i corsi di scrittura. Forse, ma non sono troppo sicuro. Io credo piuttosto nell’artigianato. Mettersi ogni santo giorno seduti ad un tavolo e scrivere, anche solo tre pagine al giorno. Questo serve, secondo me. E più stai lì, più migliori. Come tutti gli artigiani. Poi, se dentro di te c’è un po’ di talento, cuore, anima profonda, curiosità del mondo e delle persone, è meglio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista allo scrittore Marco Di Tillo, in libreria con “Sotto le stelle di Genova”
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