Intrigo a Fiume
- Autore: Lapo Sagramoso
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Un romanzo storico deve riportare fedelmente gli avvenimenti che gli fanno da sfondo? Solo fino a un certo punto, secondo Lapo Sagramoso, soltanto fino alla pagina e alla riga in cui il coinvolgimento del lettore e il piacere della lettura cominciano a deflettere. A quel punto, deve arrivare in soccorso l’immaginazione dell’autore, ancora meglio se lo fa prima. Ecco perché questo suo romanzo innesta una vicenda fantastica su fatti realmente accaduti. È Intrigo a Fiume, pubblicato per La Torre dei Venti (Milano, aprile 2022, collana Zefiro, 320 pagine), marchio del Gruppo editoriale Tabula Fati di Chieti.
Lo scrittore veneto si dice grato a chi ha realizzato i libri - citati in bibliografia - che con grande chiarezza descrivono l’irripetibile agitazione collettiva a Fiume, durante l’impresa dannunziana. Gli hanno fornito il contesto in cui ambientare i fatti e i misfatti dei suoi personaggi inventati. Li ha chiamati con i nomi presi in prestito da tanti amici, augurandosi che nessuno dovesse sentirsi offeso dal ruolo assegnato. Del resto, non dovrebbe ritrovarsi attinenza tra le persone reali e chi agisce in questo romanzo. Almeno non sempre.
Già pubblicitario “nella vita precedente”, Lapo Sagramoso scrive e dipinge in quella attuale, che si svolge sempre nei pressi di Verona. Ama la narrativa storica, come abbiamo verificato: nel 1997 ha pubblicato per Marsilio Il quindicesimo procuratore, poi La lunga notte dell’imperatore per Piemme nel 2007 e per Tallone Viaggio nel Thamisat. Insieme a Carlo Ottaviano Casana ha firmato Il castello è servito, ricerca sulla cucina delle grandi case storiche italiane, edita da Mursia nel 2001.
Nel nuovo romanzo, due protagonisti si elevano su tanti, il capitano dei Regi Carabinieri Rocco Vadalà e la città irredenta di Fiume, oltre a un prestigioso comprimario, Gabriele D’Annunzio, poeta e combattente, protagonista di imprese belliche e trascinatore di uomini. “Io ardisco e non ordisco”, obietta all’ufficiale dell’Arma, che si lamenta dei disordini morali e materiali all’ordine del giorno e soprattutto della notte nella città croata, capitale della Reggenza Italiana del Carnaro.
Nell’estate 1919, la Conferenza di pace di Parigi non aveva ancora deciso se assegnare il territorio fiumano all’Italia, che lo rivendicava dalla fine della Grande Guerra o al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.
Il 12 settembre, una colonna armata di reparti ribelli dell’Esercito italiano, capeggiata dal Comandante D’Annunzio. varcò il confine e cercò di precostituire il fatto compiuto. Oltre a nazionalisti, repubblicani, futuristi ed esponenti del Sindacalismo rivoluzionario, convennero giovani ufficiali, ex combattenti e tantissimi giovanissimi idealisti. Sedici mesi dopo, le truppe regolari italiane spegneranno la ribellione nel Natale di sangue 1920, per garantire il rispetto dei trattati internazionali, che prevedevano la creazione dello Stato libero di Fiume.
“Fai tu, Vadalà”, replica il Vate alle osservazioni del capitano sull’ordine pubblico incontenibile. A Fiume, occupata manu militari dal Poeta-Soldato, molti legionari si fanno beffe delle leggi e di ogni disciplina. Spadroneggiano, in stato di esaltazione, ubriachi o sotto l’effetto di droghe, di cui fanno uso smodato. Prelevano e non pagano nei negozi. Organizzano festini scollacciati, quando non vere orge. Si danno a prepotenze, schiamazzi, risse, accoltellamenti, sparatorie. Tanti bei cervelli accorsi a Fiume, ma anche tanti avventurieri, faccendieri, speculatori, veri criminali attratti dalle “regole zero”. E tante giovani, da tutta Europa, belle, bellissime, meno belle, nobildonne, donne di malaffare, parecchie intelligenti, molte scervellate.
Libertà e trasgressione, eroismo ed erotismo, sesso senza pudore, promiscuità e passioni esasperate, avventure e vizi: un ’68 in anticipo di mezzo secolo e molto più sfrenato. Tutto ben chiaro sullo sfondo del romanzo. D’Annunzio non si cura del disordine, tutto il peso è sui pochi Carabinieri di Fiume.
Il calabrese capitano Vadalà è integerrimo, di salda personalità, autonomo di pensiero, con un forte spirito di appartenenza all’Arma. Diverse ferite in guerra e tre medaglie d’argento, sulle sei al valore. Una settimana dopo l’ingresso di D’Annunzio in città, ha giurato fedeltà con i suoi uomini alla causa di Fiume, ma mantiene segretamente contatti con il gen. Caviglia (al comando delle truppe regolari nel Triestino).
Sottoposto al capitano è un giovane sottotenente di famiglia aristocratica, da Vico, un neo arrivato che sembra uno di quei figli di papà che hanno difeso la Patria nelle trincee dei caffè di Milano e delle retrovie più lontane. In realtà è stato addetto militare all’Ambasciata di Londra ed è legato ai Servizi. Un giovane capace, sebbene dotato di troppa iniziativa e poco incline alle regole e alla gerarchia: prende iniziative e non informa il superiore diretto.
Cherchez la femme nel romanzo di Sagramoso. È una giovane straniera, disinibita, pericolosa. Di bellezza statuaria, emana un’aura magnetica, angelica e allo stesso tempo animale. Vadalà la vede per la prima volta accanto al sottotenente. Si bagnano nudi sulla spiaggia. È lettone, di origini nobili, ma la famiglia ha perso tutto per la guerra, anche l’onore. Li hanno accusati di avere aiutato i tedeschi. Anastasya, o Mariusya, il suo nome in codice.
L’intrigo del titolo? In parte è qualcosa di molto vicino alla nostra storia di oggi, molto finanziariamente vicino.
Vadalà è protagonista di una serie di racconti. Il primo è stato pubblicato da La Torre dei Venti nell’antologia Enigmi in camicia nera (2021).
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