Invito a cena
- Autore: Joshua Ferris
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2017
Le incredibili storie di Joshua Ferris in “Invito a cena” (Neri Pozza, 2017, traduzione di Ada Arduini) sono unite da un sentimento. La natura di questo sentimento è difficile da individuare: non è il nichilismo, non è la misantropia, non è lo smarrimento o lo sgomento.
Joshua Ferris evoca nei suoi racconti, esattamente undici, la fragilità della condizione maschile odierna
“mostrata soprattutto nell’intricato rapporto tra i sessi che caratterizza la nostra epoca, con esiti altrettanto esilaranti e, nello stesso tempo, crudeli”.
Nella prima storia da cui la raccolta prende il titolo incontriamo una coppia benestante newyorkese che aspetta per cena un’altra coppia di New York, altrettanto benestante, che sta preparando un annuncio a “sorpresa”, una gravidanza. La prima coppia non può avere figli e sa già che la coppia amica ne avrà prestp uno. Gli ospiti tanto attesi non arrivano e il protagonista li rintraccia a casa che stanno facendo una grande festa. La sera si svolge in un modo del tutto imprevedibile marito e moglie si punzecchiano a vicenda. Lui le rimprovera
“la balordaggine delle sue amicizie, salvo poi scoprire che erano proprie quelle a reggere le sorti del suo matrimonio”.
In un altra storia, Il Pilota, un aspirante sceneggiatore televisivo di nome Leonard si tormenta per avere un invito a una festa organizzata dalla creatrice di una serie di grande successo. L’idea di questa serie dal titolo esplicativo, Morte in famiglia, è pungente: un membro del cast che personifica nella fiction appunto un membro della famiglia muore in ogni episodio, per poi risorgere nel seguente, come se nulla fosse accaduto. Leonard alla fine otterrà l’invito a cui risponderà ma paradossalmente tutto si rivela un fraintendimento.
In Un giusto prezzo il giovane autore americano descrive quello che dovrebbe essere la più banale delle relazioni umane: un uomo di nome Jack assume un amico di un amico per aiutarlo a spostare le sue cose fuori dal magazzino. L’uomo, pagato a ore, però trascorre il tempo al telefono.
In L’ipocondriaco Arty Groys giunge alla pensione e si trasferisce in Florida ma proprio in quell’atmosfera paradisiaca sua moglie muore e lui cade in depressione.
In La Brezza la vera protagonista è New York vista attraverso gli occhi di una donna che vive il suo rapporto di coppia tra taxi, metro, appuntamenti mancati, orgasmi rubati dietro un cespuglio di Central Park, cocktail ingoiati in un bar all’ultimo piano di un grattacielo.
In La vita nel cuore dei morti non siamo più a New York ma a Praga.
“Cosa c’era di sbagliato in me?”
Si chiede il narratore. Da qui la decisione di intraprendere un viaggio che lo porta in una città colma di turisti, di storia ma in cui lui non trova risposte alla sua domanda esistenziale.
Molte delle undici storie dell’antologia “Invito a cena” sembrano all’inizio abbastanza innocue, con personaggi che pensi di aver incontrato prima - un marito, una moglie, una coppia in crisi - ma quando approfondisci queste storie, scopri che nulla è ciò che sembra, e questo dà ad ogni storia scritta con ironia un risvolto inusuale. Joshua Ferris è un osservatore incisivo: i suoi ritratti di giovani uomini afflitti da nevrosi e le sue descrizioni della vita urbana frenetica sono degli affreschi eleganti, emozionanti e soprattutto divertenti.
Invito a cena
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