Io, Partenope
- Autore: Sebastiano Vassalli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2015
Io, Partenope di Sebastiano Vassalli (Genova, 25 ottobre 1941 – Casale Monferrato, 26 luglio 2015) pubblicato postumo da Rizzoli, è il romanzo nel quale l’autore attraverso l’io narrante di Giulia Di Marco, detta Suor Partenope, una donna realmente esistita nel Seicento, racconta le contraddizioni di un secolo, dal quale provengono le nostre comuni radici.
Nella penombra della Chiesa romana di Santa Maria della Vittoria, l’autore e la protagonista del romanzo s’incontrano scavalcando i secoli, “nell’eterno presente delle vicende umane”, in un tempo che non è quello di Suor Partenope e nemmeno quello di Vassalli, ma quello della letteratura, “dove tutto, o quasi tutto, è possibile”. Lo scrittore desidera raccontare la vera storia di questa “vecchierella vestita da suora”, non quella scandalosa e completamente falsa che il Tribunale della Santa Inquisizione ha cucito attorno alla figura della donna. In quale modo Suor Partenope ha potuto percorrere nel Seicento una strada per arrivare a Dio opposta a quella della Chiesa? Per rispondere a questa domanda l’autore chiede alla suora laica dell’Ordine Francescano di parlargli di Napoli che “prima di ogni cosa è una folla” e di Gian Lorenzo Bernini, l’artista dei Papi, il progettista della nuova Roma, che Suor Partenope ha conosciuto personalmente. Dopo un primo attimo d’incertezza, con voce chiara e ferma, la donna inizia a raccontare la propria vita. Testimone del racconto, collocata su di un altare, è lo splendido gruppo scultoreo dell’Estasi di Santa Teresa del Bernini, situato nella Cappella Carraro che illumina la chiesa romana appartenente all’ordine religioso dei Carmelitani Scalzi. Una Santa Teresa d’Avila quanto mai carnale e terrena, in totale estasi, palpebre e labbra socchiuse, osservata da un Angelo del cielo che guarda sorridendo la sua vittima, nella mano destra una freccia acuminata.
“Io, Partenope, sono nata a Sepino nelle montagne del Molise, quarta di cinque figli, da un mostro Cola contadino senza terra, cioè bracciante, e da una comare Abbondanza che era l’esatto contrario del suo nome, il ritratto della miseria...”.
Giulia aveva trascorso l’infanzia in quel villaggio dell’Appennino molisano all’interno di una casa piccola e buia, alla morte del padre, la madre l’aveva venduta, a soli dieci anni, a Mastro Leonardo Colasanta, venditore ambulante di pentole di coccio e di rame, al quale la ragazzina faceva sia da serva e sia da moglie. Dopo la morte di Mastro Leonardo, imparato a leggere e a scrivere, giunta a Napoli, “città che con una mano ti ferisce e con l’altra ti medica”, Giulia Di Marco aveva cercato e trovato un personale percorso di fede, diventando una suora di strada, una terziaria, suora laica dell’ordine francescano, arrivando a fondare una sua comunità di preghiera in vico dei Mandisi a Napoli. L’unico conforto e l’unica gioia di Suor Partenope, che aveva pronunciato voti di povertà, castità e carità, dedicandosi agli altri, era la preghiera perché “per arrivare a Dio bisogna attraversare se stessi” per “entrare in Lui”. Era la stessa esperienza dell’estasi provata da Santa Teresa d’Avila.
“L’estasi è la comunione con Dio”.
Se naufragare in Dio rappresentava per Suor Partenope e i suoi seguaci di ogni ceto sociale e di ogni condizione, anche suore e preti, l’esperienza più incredibile e più grande di ogni essere umano, la Chiesa di Roma, la Chiesa dei Papi “ci aveva già individuati come suoi nemici”.
Attraverso il personaggio realmente esistito di Giulia Di Marco, nata in un anno imprecisato tra il 1570 e il 1580, Vassalli racconta per l’ultima volta l’Italia, partendo dal Seicento, come era già avvenuto ne La chimera, per meglio comprendere il difficile presente. Nelle pagine finali del Congedo, l’autore precisa:
“Con Giulia Di Marco e Gian Lorenzo Bernini ho rivissuto la chiusura maschile di una Chiesa e di una religione: la religione dei papi, che mirava al dominio del mondo”.
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