Io non chiedo permesso di Marilù S. Manzini

Vivere una vita agiata non significa vivere una vita semplice: da questo presupposto parte Io non chiedo permesso di Marilù S. Manzini (Salani, 2004).
Regole? Quali regole?

“Mi chiamo Giulia.
Ho ventun anni e fra poco ne compirò ventidue.
Sangue blu.
Sangue blu nelle vene.
Sangue blu scorre nelle mie vene.
Ho ventun anni e non ho un cazzo da fare.”
(dalla quarta di copertina)

Cosa aggiungere, dopo questa introduzione? Un mondo che, per chi vive nel lusso, è noto. Banale, scontato. Per chi invece è cresciuto con padre e madre operai da un milione al mese (parliamo delle vecchie lire, ovviamente) questa parole potranno sembrare incomprensibili. Offensive, persino.

Qui si parla del mondo della borghesia, dello sballo a ogni costo, droga e alcool a fiumi, macchine veloci e vestiti firmati. Un mondo dorato dove, si potrebbe pensare, chi lo abita ha avuto di tutto e di più, dalla vita. E invece non è così.
Certo, questa gente non ha il pensiero di arrivare a fine mese e la loro casa è piena di oggetti costosi. Sono loro, però, a essere vuoti dentro.

Giulia è costantemente sotto la luce dei riflettori, quei riflettori che molti di noi anelano ma che lei prende a sassate ogni giorno. E, ogni giorno, cambiano la lampadina appena frantumata. Giulia ci vuol dire che non ha bisogno di approvazione, sa cosa vuole dalla vita e sa come prenderselo. A voi sta bene? Perfetto. In caso contrario, lei non avrà nulla da ridire. E nemmeno da dirvi. Continuerà imperterrita per la sua strada, strada che la porterà alla meta. Dolce o amara? Questo solo il tempo potrà dirlo…

Io non chiedo permesso è un libro dedicato a chi vuole conoscere qualcosa di vero, di doloroso, di accecante e cupo al tempo stesso. Un bel pugno nello stomaco.