Io sarò l’amore. Le nuove vie della clausura di Espedita Fisher

La foto di copertina parla da sé: una giovane suora viene immortalata in uno sguardo di pace e serenità rari da trovare in giro per strada. La sua espressione pare perdersi in un orizzonte lontano, rivolto forse con accenno compassionevole a quell’umanità rimasta “fuori” ad arrabattarsi con gli affanni, le miserie, le violenze, le ingiustizie, le sofferenze, amaro pane quotidiano del mondo sin dalla notte dei tempi.

Espedita Fisher, attenta osservatrice del misticismo contemporaneo, dopo i successi di Clausura e di Eremiti, torna ad occuparsi della dimensione monastico-claustrale, con una raccolta di testimonianze di alcune consacrate alla dura e impegnativa esperienza del cenobio.
Donne che hanno assecondato la propria vocazione e abbandonato tutto per seguire Cristo: famiglie, carriere, lavoro, amici, amori, progetti di vita.
In tutte loro forte e chiaro è arrivato, un giorno, il momento della decisione di intraprendere il lungo e difficile cammino spirituale, poco comprensibile secondo la logica comune.

Per paradosso, in queste religiose emerge spesso una forte consapevolezza dei problemi del mondo esterno che davvero non ti aspetti. Insomma, quando credi che le suore vivano una fuga mundi di ovattata avulsione dalla realtà, dalle loro parole ti accorgi invece che non hai capito niente. In più, aggiungici il loro genuino sentimento di amore verso il prossimo e senza distinzioni. Non si tratta di sante - sia chiaro, non sono tutte rose e ciclamini -, bensì soltanto di persone normali, con i difetti e le fragilità di tutti quanti noi, dotate di una profonda sensibilità mistica e devozionale.

Le monache di questo libro provengono da estrazioni sociali e contesti di vita differenti: c’è chi si preparava a svolgere la professione medica, chi stava vivendo una grande storia d’amore ed era in procinto di sposarsi e anche chi attraversava un pericoloso periodo di sbandamento esistenziale. Tutte, invece, hanno scoperto alla fine il significato della propria condizione tra le mura del convento, accettando con animo disteso non poche rinunce e pesanti sacrifici. "Morire al mondo", come in genere si definisce la scelta di chiudersi in un monastero, diventa la strada più scomoda per un ritorno a sé stessi, alla propria interiorità, per andare oltre la realtà del sensibile, vivendo senza compromessi la Fede, all’insegna dell’unica legge salvifica per l’umanità senza la quale il nostro orizzonte sarebbe soltanto la disperazione: l’Amore.

A corredo troviamo alcune foto in cui le sorelle sono riprese nello svolgimento delle attività giornaliere, tutte con visi autentici, puliti, sereni, riflesso di grande limpidezza interiore.

Da ricordare, infine, un breve e significativo capitoletto sul tema della ricerca di Dio a cura dalla Badessa del monastero Mater Ecclesiae dell’isola di San Giulio, sul lago d’Orta in provincia di Novara, Madre Anna Maria Cànopi, guida spirituale stimata a livello internazionale.