Io so perché canta l’uccello in gabbia
- Autore: Maya Angelou
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2015
Pubblicato per la prima volta nel 1969, Io so perché canta l’uccello in gabbia (titolo originale I Know Why the Caged Bird Sings) di Maya Angelou (1928-2014, nata Marguerite Ann Johnson), che nel 2011 ha ricevuto dal Presidente degli Stati Uniti la medaglia della Libertà 2010, la più alta onorificenza civile americana, esce in libreria oggi, 28 maggio, riedito da Superbeat, tradotto da Maria Luisa Cantarelli.
“Eravamo arrivati nel piccolo paese ammuffito quando io avevo tre anni e Bailey quattro”.
Marguerite e suo fratello, provenienti da Long Beach in California, erano stati mandati dalla nonna paterna Annie Henderson a vivere a Stamps, nello Stato dell’Arkansas, quando i genitori avevano deciso di separarsi. La bambina ricordava poco di quel lungo viaggio che l’aveva condotta “nel Sud segregato”, avrebbe scoperto solo più in là negli anni che gli USA erano stati attraversati migliaia di volte da bambini neri impauriti, in viaggio da soli per raggiungere i genitori che avevano fatto fortuna nelle città del Nord, o per tornare dalla nonna nei paesi del Sud quando “il Nord urbano si rimangiò le sue promesse economiche”.
Gli abitanti di Stamps avevano reagito dapprima con curiosità e con circospezione all’arrivo dei bambini, poi vedendo che erano innocui, tutti si erano stretti attorno a loro con calore ma senza troppa intimità. Marguerite e Bailey vivevano con Momma e lo zio nel retro dell’Emporio di articoli vari di Wm. Johnson del quale Mrs Henderson era proprietaria da circa venticinque anni. Nel negozio, costruito nel cuore del quartiere nero, ci si poteva trovare di tutto e quello che non c’era bastava ordinarlo e con il trascorrere degli anni era diventato il centro laico delle attività del paese. Davanti al cortile dell’Emporio durante la stagione del raccolto si fermavano all’alba gli autocarri per caricare i raccoglitori di cotone e portarli a quel che rimaneva delle piantagioni risalenti al periodo della schiavitù.
Durante quel periodo Momma si alzava alle quattro e dopo essersi messa in ginocchio per recitare una preghiera, serviva i raccoglitori di cotone che compravano per il pranzo scatole di sardine, gallette, formaggio o biscotti di arachidi. In quelle “tenere mattine” il negozio era pieno di gente che rideva, scherzava e si pavoneggiava mentre si sentiva il rumore dei sacchi di cotone vuoti trascinati sul pavimento e quello del registratore di cassa. Alla luce dell’ultimo sole i lavoranti scendevano dagli autocarri delusi, perché il cotone da loro raccolto non era abbastanza e la loro misera paga non sarebbe stata sufficiente neanche a saldare il debito con Mrs Henderson, figuriamoci il conto esorbitante che li aspettava allo spaccio dei bianchi nel centro del paese. I suoni pieni di speranze del mattino avevano lasciato il posto alle lamentele per i commercianti che imbrogliavano, il cotone scarso, le bisce, i filari polverosi e le bilance truccate. Poche ore dopo quegli stessi uomini avrebbero affrontato un nuovo giorno nel tentativo di guadagnare abbastanza per tutto l’anno con la pesante consapevolezza che la stagione sarebbe finita com’era cominciata: senza denaro o i crediti necessari a mantenere una famiglia per tre mesi.
“Nel periodo della raccolta del cotone, le serate mostravano la vita del Sud nero in tutta la sua durezza, mitigata al mattino presto dalla natura che aveva donato lo stordimento, la capacità di dimenticare e la luce tenue della lampada”.
Poetessa, attrice e ballerina, Maya Angelou autrice di un’autobiografia divisa in sette parti, tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, oltre a libri per bambini, drammi teatrali, sceneggiature e programmi televisivi, rappresenta una delle voci più stimate e amate degli Stati Uniti. Io so perché canta l’uccello in gabbia, il cui titolo originale è tratto dalla poesia Sympathy di Paul Laurence Dunbar, rievoca la vita della Angelou, fino all’età di 17 anni. Nel testo dedicato “A mio figlio Guy Johnson, e a tutti gli uccelli neri della speranza che sfidano la sorte avversa innalzando il loro canto”, l’autrice, paladina della battaglia antirazzista, delinea con sensibilità un vivido spaccato delle dure condizioni di vita del popolo afroamericano nel Sud segregazionista nell’America degli anni Trenta/Quaranta del secolo scorso.
“... crescere è doloroso per una bambina nera del Sud...”.
Una storia straordinariamente attuale che parla alla coscienza di ciascun lettore.
“Una delle luci più splendenti dei nostri tempi, una donna veramente fenomenale. La voce che trovò ha aiutato generazioni di americani e ha spinto tutti noi a essere migliori”. Barack Obama.
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