Il saggio Io, sopravvissuto a Marzabotto. Storia di un uomo, storia di una strage (Longanesi 2021, pp. 276) di Margherita Lollini, che rievoca una degli episodi più efferati avvenuti in Italia durante la II Guerra Mondiale, viene presentato mercoledì 29 settembre alle ore 18, presso la Biblioteca Sala Borsa Piazza del Nettuno 3 a Bologna. L’autrice dialogherà con Valentina Cuppi, Sindaco di Marzabotto. Modera Valerio Varesi.
La strage di Marzabotto
La strage di Marzabotto è uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la II Guerra Mondiale.
L’eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal maggiore dei comuni colpiti) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio di Marzabotto e nelle colline di Monte Sole in provincia di Bologna, nel quadro di un’operazione di rastrellamento di vaste proporzioni diretta contro la formazione partigiana Stella Rossa. Il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che la appoggiavano. Già in precedenza Marzabotto aveva subito rappresaglie, ma mai così gravi come quella dell’autunno 1944.
Capo dell’operazione fu nominato il maggiore Walter Reder, comandante del 16° battaglione corazzato ricognitori della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss. La mattina del 29 settembre, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Wehrmacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime, di 28 famiglie diverse tra le quali 50 bambini. Fu l’inizio della strage. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell’eccidio fu inedita: alla fine dell’inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini.
Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il bilancio delle vittime civili era di oltre 800 morti.
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Margherita Lollini è nata nel 1984 a Bologna, città in cui ha conseguito la laurea magistrale in Sociologia con una tesi sulla sopravvivenza nei lager nazisti. Il suo saggio, dedicato “A chi non può dimenticare, a chi vuole ricordare”, presenta la testimonianza lucida e sofferta di Ferruccio Laffi, sopravvissuto alla strage. Nel 2007, a più di sessant’anni di distanza, Laffi testimoniò in tribunale, raccontando del giorno in cui perse tutto, contribuendo alla condanna all’ergastolo di dieci ufficiali e soldati nazisti.
“Mi chiamo Ferruccio Laffi e sono un sopravvissuto. Questo libro racconta la mia storia e quella di chi era con me e non c’è più. Racconta la storia di quel 30 settembre che cambiò per sempre la mia esistenza e cancellò i miei primi sedici anni. Da allora comincia a sopravvivere. Un solo strumento mi consente di ridare vita alla vita prima di quel giorno: i sogni”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Io, sopravvissuto di Marzabotto” di Margherita Lollini. Storia di un uomo e di una strage
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