Io voglio, tu non vuoi... Manuale di educazione nonviolenta di Pat Patfoort

Non è il Mahatma Gandhi né Madre Teresa, eppure la calma forte e risoluta con cui Pat Patfoort affronta ogni situazione fa subito capire che in ciò che scrive nei suoi libri l’antropologa belga crede davvero. E lo mette in pratica.
Leggendo “Io voglio, tu non vuoi... Manuale di educazione nonviolenta”, d’altra parte, riuscire a sedare i conflitti senza menar le mani sembra la cosa più semplice del mondo.

La catena della violenza è spiegata passo dopo passo come una ricetta tra le pagine del piccolo libro, con rigore matematico, quasi l’escalation che porta da una semplice occhiata storta alla guerra potesse essere ingabbiata in un algoritmo, e lo stesso accade quando l’autrice passa a trattare del conflitto nonviolento, una comunicazione che è comunque confronto ma non sfocia mai nella rabbia e nel disprezzo. Lo schema teorizzato da Pat Patfoort parte, nel libro, dalla considerazione che essere pacifici non significa mai essere uguali e che il conflitto, il dialogo, il confronto, fanno parte della vita e nascono sempre da una diversità. Tale diversità, però, non deve mai permettere a una persona di porsi nella

“posizione di maggiore”

costringendo l’altro nella

“posizione di minore”.

Quest’ultimo, infatti, per uscire dalla sua posizione di minore e passare a sua volta ad essere “maggiore” deve in qualche modo utilizzare la sua energia vitale in modo violento, dapprima con semplici gesti o parole aggressive, poi, via via, fino ad arrivare ai fatti. La comunicazione nonviolenta è quindi semplicemente un saper affrontare le discussioni in maniera paritaria, trasformando gli argomenti dell’altro in fondamenti. Ho qui semplificato al massimo queste tecniche che non sono altro che un imparare, un allenarsi a

“mettersi nelle scarpe dell’altro”

che la studiosa non solo teorizza ma sperimenta da quasi cinque lustri in vari contesti anche difficili, con buoni risultati.

La seconda parte del libro è riservata agli esempi pratici che semplificano la complessità teorica degli schemi rappresentati anche con due disegni che Pat Patfoort, durante le sue conferenze in giro per il mondo, illustra con scioltezza. Ecco allora la mamma e la figlia in lotta per far indossare alla bambina le vecchie gonne della sorella, i vicini di casa impegnati nelle solite diatribe di confine, due bimbi all’asilo che si contendono una macchinina rossa, moglie e marito tra cui però è bene mettere il dito. In poche mosse pace è fatta, con soddisfazione di entrambi.

In un mondo sempre più rabbioso e sgarbato, in cui ci si ricopre di vituperi per un colore di maglia diverso, per un’opinione espressa, credo che la lettura di “Io voglio, tu non vuoi... Manuale di educazione nonviolenta” faccia bene a molti. Certo, non è che un manuale di per sé faccia miracoli, spesso, per mettere in pratica le tecniche nonviolente senza ricadere nella tentazione dell’ira, ci vogliono anni e impegno, come per il fumatore smettere del tutto di accendere sigarette tra le labbra, ma tentar non nuoce. Tra i tanti tutorial, manuali fai da te, psicologia in pillole, libri di autodeterminazione, project management personale, anche un libello che ci insegna ad affrontare l’altro con rispetto ci sta, eccome. Con buona pace dei belligeranti, piccoli o grandi.