Italo Calvino si innamorò di Elsa De’ Giorgi al primo sguardo, ma lui era un uomo libero, ancora un ragazzo scanzonato, mentre lei una donna sposata. Quell’amore letterario - sfociato in un fiume di lettere e in un libro - sarebbe stato un sentimento irrazionale capace di tenerli legati in un vincolo impossibile, come quello tra un “calabrone e una farfalla”, come scrisse lo stesso Calvino.
Quando lo scrittore conobbe la sua futura moglie, l’indimenticabile Chichita (il suo vero nome era Esther Judith Singer, Ndr), la relazione con Elsa era finita, ma restava nel cuore di Italo un tormento legato alla sua figura e il fantasma di un amore come “un tesoro da portare sempre con noi” testimoniato dalle lettere, più di 400, che oggi sono conservate, perfettamente intatte, nel Fondo Manoscritti di Pavia.
Le lettere d’amore di Italo Calvino
Le lettere d’amore ci mostrano un Italo Calvino inedito, un Italo Calvino innamorato, e solo per questo rappresentano un patrimonio inestimabile:
Gioia cara, vorrei una stagione in cui non ci fossi per me che tu e carta bianca e voglia di scrivere cose limpide e felici. Una stagione e non la vita? Ora basta, perché ho cominciato così questa lettera, io voglio scrivere del nostro amore, voglio amarti scrivendo, prenderti scrivendo, non altro.
L’amore di Calvino per Elsa De’ Giorgi era fatto soprattutto di questo: un’inesauribile ammirazione. Lui non mancava mai di elogiare le doti artistiche di lei, nel disegno così come nella scrittura, e di incoraggiarla. Elsa De’ Giorgi era una delle maggiori attrici italiane e una donna bellissima, che sembrava muoversi nella vita come a passo di danza. Con quel suo viso angelico e incantevole Elsa aveva esordito giovanissima, nel 1933, nel film di Mario Camerini T’amerò sempre, bucando lo schermo. Ma è commovente notare che per Calvino lei era semplicemente “cara”, una presenza che bramava, in cui sognava di trovare riparo e, soprattutto, come tutti gli innamorati, lui sperava sempre di stupirla in modo da suscitare in lei ammirazione:
È forse anche qui la paura di soffrire che prende il sopravvento? Cara, cara, mi conosci troppo, ma no, troppo poco, devo ancora farmi conoscere da te, devo ancora scoprirmi a te, stupirti, ho bisogno di farmi ammirare da te come io continuamente ti ammiro.
L’amore di Italo Calvino per Elsa De Giorgi
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Italo Calvino ed Elsa De’ Giorgi si conobbero nel 1955, quando lui aveva trentadue anni e lei quaranta. Lui era libero e lei sposata con un ricco aristocratico, il nobile Alessandro “Sandrino” Contini Bonacossi. Non potevano essere più diversi: lui all’epoca viveva in un’unica camera ammobiliata a Torino, circondato dai suoi amati libri, mentre lei abitava in una sontuosa villa romana. Si erano conosciuti per la prima volta a Firenze, al termine di una conferenza letteraria tenuta da Italo su un libro di Pavese. Al termine dell’incontro lei gli si era avvicinata per parlargli del libro e lo aveva abbagliato con il suo sorriso: Cupido aveva scoccato la sua freccia.
Poco tempo dopo Calvino già scriveva:
Tutta la mia vita porta il tuo segno, adesso. Vivo per amarti… Mi rotolo letteralmente nel desiderio della smania di te.
Alcuni mesi più tardi, come per un segno del destino, si incontrarono di nuovo, stavolta in casa editrice. Proprio quell’anno, il 1955, la casa editrice torinese Einaudi, dove Calvino lavorava, decise di pubblicare I coetanei, un romanzo-saggio in cui Elsa De’ Giorgi tracciava i ritratti degli uomini che avevano lottato contro il fascismo. Ad affiancare la scrittrice come editor fu proprio lui, Italo.
Da quel momento i due avrebbero iniziato a rincorrersi per anni, prendendo numerosi treni - anche più di un treno al giorno - per raggiungersi da un capo all’altro dell’Italia. Fu un amore irrequieto, vissuto nella clandestinità e provato da lettere febbrili. Spesso Calvino le scriveva dopo averla salutata quando già si trovava sul treno e la sua grafia risentiva dei continui sbalzi e sballottamenti delle carrozze d’una volta. Un’estate lei si trasferì vicino a Sanremo, in modo da poterlo incontrare tutti fine settimana. Ma sulla coppia appena nata e ardente pioveva un diluvio di maldicenze e chiacchiere, anche nel mondo letterario dove non erano sfuggite le allusioni delle romantiche dediche di Calvino a “Raggio di sole”. Parve che il marito di lei, il conte Bonacossi, sparì per circa un anno senza lasciare traccia perché offeso e ferito nell’orgoglio dai pettegolezzi. Ricomparve tempo dopo mostrando alla moglie una richiesta di divorzio, che però lei rifiutò. Lui, in tutta risposta, sparì di nuovo lasciando di fatto la moglie libera di fare ciò che voleva. Negli anni Settanta Bonacossi si trasferì addirittura in America, dove fondò la fototeca della National Gallery of Art di Washington di cui fu primo direttore. Nel 1975 lo trovarono impiccato nella stanza di un residence, per ragioni mai del tutto chiarite.
La relazione tra Elsa e Italo era difficile, oltre che clandestina e totalmente irrazionale. Sarebbe finita nel 1958, nello stesso anno in cui lui avrebbe dato alle stampe uno dei suoi primi successi, Il cavaliere inesistente.
Continuarono a scambiarsi numerose lettere che, alcuni anni dopo la morte di Italo Calvino, Elsa De’ Giorgi decise di pubblicare - nonostante il fastidio provato da Chichita, la vedova di Calvino. Il loro epistolario amoroso e è stato definito uno dei più belli del Novecento.
Alla tumultuosa storia d’amore vissuta con Calvino Elsa De’ Giorgi decise di dedicare persino un libro, Ho visto partire il tuo treno (1992), riedito da Feltrinelli nel 2017.
Il titolo riprendeva l’incipit di una delle bellissime lettere di Italo, in cui era racchiusa una straziante metafora del loro amore:
Ho visto partire il tuo treno, tu al finestrino, t’ho salutata, non visto, dal finestrino del mio treno, bellissima…Il treno che mi sta trascinando su per l’Italia e quello che ti porterà verso il Sud mi paiono un’immagine di feroce violenza, come due cavalli frustati in direzioni opposte, che dilaniano un unico corpo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Italo Calvino e Elsa De’ Giorgi: un amore letterario
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