Italo Calvino. Percorsi potenziali
- Autore: Raffaele Aragona (a cura di)
- Genere: Classici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Negli anni Sessanta in Francia, dopo il secondo conflitto mondiale, in alcuni scrittori ci fu un rifiuto di prendere di nuovo daccapo, con romanzi e racconti, gli stilemi e le trame dell’Ottocento, in quella che fu una specie di rifiuto del classicismo borghese. E in questo libro dal titolo Italo Calvino. Percorsi potenziali (In riga edizioni, 2023, curatela di Raffaele Aragona), ci sono un manipolo di studiosi e studiose che cercano di capire perché l’interesse dello scrittore fosse sempre crescente col gruppo francese dell’Oulipo, che nacque nel 1960 dall’idea di Raymond Queneau, il quale mise in piede la letteratura con la matematica, stando attenti a minuzie sintattiche e usando la matematica come potenziale strumento d’uso.
In realtà, il bisogno di cambiare la letteratura, inserendo cose che vanno al di là delle regole formali e sintattiche, era un cruccio. Tanto che Italo Calvino disse alla sua collega di lavoro per Einaudi, Natalia Ginzburg, che voleva smettere di scrivere. La Ginzburg lo conosceva troppo bene per prendere sul serio quella decisione. E poi in Calvino, per come era fatto, per la sua semplicità e in ogni caso rigore, essere in corrispondenza con persone di Parigi che lo trattavano da pari solleticava la sua parte narcisista e blasé.
Alcuni critici letterari del secolo scorso presero questa parte minima del carattere di Italo Calvino, che è in ognuno di noi, europei egocentrici, per sostenere che questi "giochetti" fonetici non avevano senso e alcuni pezzi scritti erano faticosissimi e noiosi. Chi scrive non sa quante volte ha letto Il Barone rampante, mentre altri libri sono finiti nell’opacità e nell’indistinto.
Lo studioso Piergiorgio Odifreddi ricorda ai lettori che in un’intervista su “Il Corriere della Sera”, il 24 dicembre 1967, Calvino disse che il più grande scrittore italiano era stato Galileo. Tra lo sconcerto, le motivazioni sono più che fondate: Galileo non usa un linguaggio "neutro" ma ha una coscienza letteraria, un mix di rigore e di eleganza formale. Anche Leopardi lo leggeva con grande diletto, c’è scritto sullo Zibaldone.
Morì così giovane Calvino, a sessantuno anni, che non sappiamo niente di cosa poteva dare di suo sul rapporto fra letteratura e matematica, in Italia. A chi scrive viene in mente il nome di Chiara Valerio.
Questo saggio va letto con attenzione. Peraltro ha sopra il titolo il nome di Italo Calvino ma non va confuso come l’autore: è lui quello preso in carica dagli studiosi. Naturalmente il testo è adatto soprattutto per gli appassionati dello scrittore o per chi, magari, sta scrivendo una tesi di laurea su Italo Calvino.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Italo Calvino. Percorsi potenziali
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