James Biancospino e le sette pietre magiche di Simone Chialchia

Impossibile negare il fascino, un po’ esoterico e un po’ favolistico, di questo fantasy firmato dal giovane Simone Chialchia. Un’opera fresca, libera da gravose velleità letterarie, che si legge volentieri e possiede la giusta tensione emotiva.
L’autore in "James Biancospino e le sette pietre magiche" racconta la storia di James (che è un ragazzo timido, inquieto, forse un po’ complessato) e del suo sconcertante viaggio indietro nel tempo per mezzo di una pietra magica. La pietra il nostro eroe la rinviene per puro caso, raccogliendola distrattamente in un prato, dove essa giace dimenticata, inoffensiva, apparentemente inutile come il più comune e banale dei sassi... Ed è così che ha inizio l’epopea di James: un’avventura di lotte, scoperte e confronti fenomenali; un balzo all’indietro, dal terzo millennio agli anni del Rinascimento, dalla piatta sicurezza della quotidianeità alla precaria vita continuamente minata da attentati, duelli e sfide.

L’elemento più interessante del romanzo sta nel confronto non accademico con l’affascinante e poco frequentata tradizione alchemica del Cinquecento italiano. "James Biancospino e le sette pietre magiche" (pubblicato da Aporema edizioni) si muove infatti da presupposti classici, associandosi al filone dell’avventura iniziatica a sfondo magico e alle dinamiche più o meno solite del genere fantasy, per poi tuffarsi in un mare di riferimenti cangianti, che sfiorano tonalità più dark, rimandano a oscure tradizioni naturalistiche di matrice celtica, elementi di arte occulta lapidaria, dati storici riferibili all’età d’oro della Repubblica di Venezia e alla fine della dominazione francese nel Sud Italia ed estrosità quasi fantascientifiche.
Il protagonista è un giovane alla ricerca di se stesso e della verità nascosta nel proprio passato. E, così come succede spesso nei fantasy, in quest’avventura lo vediamo maturare, farsi via via più forte e consapevole, mentre combatte contro esseri mostruosi e oscuri o durante durissimi allenamenti volti a iniziarlo ai segreti delle pietre magiche.
In tutto il libro domina uno sfoggio di buoni sentimenti e virtù che alla lunga può un po’ stancare, ma nei fantasy si parla appunto di lotta tra bene e male ed è quasi automatico cedere al pigro moralismo. In ogni caso, un bel libro per ragazzi. Peccato solo per il finale un po’ frettoloso.