La storia del romanzo non può prescindere da Jane Austen, che con i suoi libri ha fatto sognare generazioni di donne. Indiscutibilmente moderna tanto da precorrere la sua epoca, l’autrice di "Orgoglio e Pregiudizio" ha saputo avvincere i lettori per quasi due secoli diventando anche un simbolo di quella classe borghese che andava sempre più consolidando le sue posizioni.
Chi è Jane Austen?
Nata nell’Hampshire in un villaggio poco noto ai più, Jane Austen, figlia di un pastore protestante, trascorse la sua esistenza in paesi di campagna insieme alla sua numerosa famiglia (era particolarmente legata alla sorella Cassandra, la più vicina a lei per età). Com’era costume per le donne dell’epoca, Jane non frequentò la scuola regolare ma potè usufruire della ricca collezione di libri in possesso di suo padre. Ebbe quindi la possibilità di crescere in un ambiente culturalmente stimolante e imparò anche i rudimenti della lingua francese come si conveniva alle ragazze di buona famiglia del tempo.
Ben presto la ragazza iniziò a scrivere basandosi sulle sue personali esperienze di vita e ispirata dalla lettura, in particolare dei romanzi di Henry Fielding che quasi si potrebbe considerare un suo "padrino letterario".
I romanzi di Jane Austen
I romanzi di Jane Austen sono delle cronache di borghesi di campagna che trascorrono il loro tempo tra visite a base di tè con pasticcini, pettegolezzi e occasionalmente feste da ballo organizzate per accasare le ragazze da marito.
La situazione politica dell’epoca decisamente incandescente (la "Reggenza", le guerre napoleoniche) era puntualmente snobbata dalla Austen (c’è solo un cenno minimo all’imminente guerra contro Napoleone in "Persuasione", uno dei suoi ultimi lavori), perché nelle giornate semplici e tranquille della "gentry" di campagna gli echi del caos contemporaneo giungevano attutiti: per loro contava molto di più mantenere le relazioni sociali, trovare un buon partito per le ragazze e trascorrere le stagioni tra terme e qualche capatina a Londra.
Oltre ad essere un resoconto delle abitudini di una parte della popolazione inglese, i libri della Austen colpiscono per lo stile decisamente innovativo e moderno: pur mantenendo una narrazione onnisciente e in terza persona canonica all’epoca, Jane Austen ricorre ai dialoghi per descrivere personaggi e situazioni che così prendono vita in autonomia senza la mediazione del narratore. Una buona dose di ironia, che è minore nelle prime opere ma diventa imperante in "Northanger Abbey", quasi una parodia del romanzo gotico in voga a fine Settecento, coinvolge il lettore e sembra far capire come la Austen, pur facendo parte a pieno di un certo ingranaggio sociale, lo approvi relativamente.
L’amore nei romanzi di Jane Austen
Le ragazze in cerca d’amore dei romanzi di Jane Austen non sono delle candide sprovvedute come in molti romanzi contemporanei all’autrice, né delle maliarde avventuriere, ma sono donne con sentimenti quasi moderni pronte anche a rimanere coraggiosamente sole come Emma o Elizabeth, perché non disposte a barattare con un infelice mantenimento la propria libertà spirituale.
Le storie d’amore narrate da Jane Austen non posseggono né lascivia né svenevolezza. Le concezioni romantiche non sfiorano la scrittrice, che invece preferisce la razionalità e la ragionevolezza (come si spiega chiaramente in "Ragione e sentimento"). Le eroine di Jane Austen così si scoprono innamorate grazie alla loro ragione e giungono all’altare senza mostrarsi svenevoli o vezzose.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Jane Austen: una scrittrice per tutte le stagioni
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