William Shakespeare, come Fedor Dostoevskij, George Orwell o la poetessa Saffo. Sono volti familiari ai lettori di tutto il mondo. E non solo. I loro ritratti di recente sono finiti in una collezione molto particolare. A realizzarla è l’artista britannico Justin Bateman, meglio noto al grande pubblico come Pebble Picasso, il Picasso dei sassi. Un soprannome derivato direttamente dalla tecnica utilizzata per realizzare le opere. Bateman dipinge visi noti dei protagonisti della storia, del mondo dell’arte e della letteratura utilizzando ciottoli. Il risultato è incredibile e verosimigliante, tanto da meritare l’interesse della stampa internazionale con articoli su The Sun, Forbes e BBC, tra gli altri. Oltre ad un successo social senza precedenti: alcuni dei post, raffiguranti le sue creazioni, hanno ottenuto oltre 36 milioni di visualizzazioni.
George Orwell in un ritratto con i sassi di Justin Bateman
Chi è Pebble Picasso
Il nome di Pebble Picasso è Justin Bateman, 46 anni, originario di Portsmouth. Nel Regno Unito svolge studi classici e una formazione artistica che sfocia in una tecnica singolare e originalissima. L’artista, un po’ pittore e un po’ scultore, opera soprattutto in Inghilterra e in Oriente. Molti dei suoi lavori sono realizzati in Thailandia o Indonesia. La tela è di volta in volta una radura nel bosco, il bordo di una strada o una spiaggia. I materiali sono pietre di varie dimensioni, spesso trovate sul posto. E accostate con rara precisione fino a formare volti, che poi tornano a scomparire. Le materie prime non vengono modificate, in un’evoluzione della tecnica del mosaico che non prevede però l’utilizzo di tessere geometriche, ma di sassi levigati dal tempo e dagli agenti atmosferici. E destinati a tornare in natura una volta terminato il lavoro.
Come funzionano i ritratti con i sassi
Come funziona? Molto dipende dalla location come spiega Bateman in un articolo comparso sul quotidiano The Sun.
Se scopro una destinazione ragionevole con pietre nei pressi, la archivio sulle mie mappe di Google. Seppellisco anche dei sassi nei luoghi in cui tornerò, prendendo nota della palette dei colori sulla mappa come supporto per un futuro utilizzo, un po’ come uno scoiattolo con le sue ghiande.
Ovviamente influiscono le condizioni di luce e del meteo. Ma tutto dipende dallo sguardo. Come per il bardo per eccellenza: William Shakespeare, riprodotto nel 2022, fissa l’osservatore con velata ironia, come nel suo ritratto più celebre.
Così Saffo, realizzata nello stesso anno.
Una volta che ho abbasta pietre per completare gli occhi del mio soggetto, tento un esperimento per vedere se l’opera funziona. Se gli occhi non riescono, riconsidero gli elementi o cambio soggetto.
I ritratti, una sessantina quelli realizzati con 1 milione di sassi, attraversano culture e discipline diverse: ci sono uomini politici, attori, pittori, filosofi, scrittori, persone comuni. Oltre ad animali e riproduzioni di quadri famosi. I quadri, nelle tonalità dei grigi e dei marroni, variano da uno a otto metri di lato. Per un’opera di piccole dimensioni la selezione del luogo di realizzazione e dei materiali viene effettuata in pochi giorni, tra tre e dodici. I pezzi più grandi possono richiedere da quattro a cinque settimane per essere completati. Servono precisione, talento e tantissima pazienza. Una volta ultimati vengono fotografati e postati sui social dell’artista in una galleria permanente visualizzata da migliaia di persone come i video in timelapse che riproducono le varie fasi della realizzazione. Mentre l’originale è abbandonato alla natura che provvede a cancellarlo. Un omaggio allo scorrere del tempo e alla fugacità della bellezza.
Come dice Dostoevskij:
Solo il cuore sa come trovare ciò che è prezioso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Justin Bateman, il Pebble Picasso che ritrae i grandi scrittori con i sassi
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