Il grande attore e regista britannico Kenneth Branagh riporta al cinema “Assassinio sull’Orient Express”, tratto dall’omonimo romanzo cult di Agatha Christie (Torquay, 15 settembre 1890 - Wallingford, 12 gennaio 1976). Ed è subito boom al botteghino.
Dopo la versione cinematografica del 1974 diretta da Sidney Lumet, protagonista nel ruolo di Hercule Poirot Albert Finney, affiancato da un cast stellare, Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Jacqueline Bisset, Michael York, Sean Connery, Anthony Perkins, Jean-Pierre Cassel e John Gielgud, Kenneth Branagh co-produce e dirige una nuova versione cinematografica della regina del giallo, calandosi alla perfezione nei panni di Hercule Poirot, il celebre investigatore belga creato dalla magnifica penna di Agatha Christie.
Il film uscito nelle sale cinematografiche lo scorso 30 novembre è salito immediatamente al vertice del box office italiano raccogliendo 279.987 euro. E siamo solo alla vigilia del week-end. Scritto da Michael Green, il film vede un cast corale: Penélope Cruz, una missionaria spagnola, Willem Dafoe, un misterioso professore austriaco, Judi Dench, la russa principessa Dragomiroff, Johnny Depp, l’odioso uomo d’affari assassinato, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer, un’affascinante vedova americana e Daisy Ridley.
“Erano circa le 5 di una mattina d’inverno, in Siria. Lungo il marciapiede della stazione d’Aleppo era già formato il treno che gli orari ferroviari internazionali indicavano pomposamente col nome di Taurus Express, e che consisteva in due vetture ordinarie, un vagone-letto e un vagone-ristorante con annesso cucinino”.
Hercule Poirot si trova a bordo del Simplon Orient Express, in viaggio da Costantinopoli (Istanbul) a Calais. Tuttavia, a causa di una bufera di neve, il treno è costretto a fermarsi e si scopre così che uno dei 12 passeggeri è stato ucciso durante la notte. Samuel Edward Ratchett, un ricco uomo d’affari americano viene trovato morto nel suo scompartimento, ancora chiuso dall’interno, con dodici pugnalate.
“Vedo il male su questo treno”.
Poirot inizia le sue indagini per trovare il colpevole, di certo nascosto tra i passeggeri del vagone, i viaggiatori della carrozza di prima classe sono tutti sospettati. Ben presto, Poirot scopre la vera identità della vittima: si tratta di un gangster italo-americano di nome Cassetti, reputato il mandante di un tragico fatto di cronaca accaduto cinque anni prima: il rapimento a scopo di estorsione della piccola Daisy Armstrong, conclusosi con la morte della bambina. Questa tragica vicenda provocò indirettamente anche la morte dei genitori e della domestica: la signora Armstrong, al sesto mese di gravidanza al momento del rapimento, a causa del forte shock subito ebbe un parto prematuro, la figlia nacque morta e lei stessa morì per una forte emorragia. Il signor Armstrong, frustrato e sconvolto per tutte le cose orribili che erano successe, si suicidò e la domestica, accusata ingiustamente di essere complice del rapimento della bambina, si uccise anch’ella gettandosi dalla finestra. Interrogando i reticenti viaggiatori, Poirot scopre anche che diversi hanno avuto rapporti personali, anche molto stretti, con la famiglia Armstrong. Poirot dovrà ricomporre un mosaico perfetto di indizi per arrivare a comprendere che l’omicidio di Ratchett/Cassetti si può definire anche come un’esecuzione.
“Signor Poirot, ormai sa tutto. Lei è un uomo straordinario, meraviglioso, direi...”.
Murder on the Orient Express fu scritto dall’autrice britannica durante un suo soggiorno a Istanbul, nella stanza 411 del Pera Palas Hotel, oggi adibita a piccolo museo in suo onore. Il romanzo fu pubblicato a puntate dal settimanale statunitense The Saturday Evening Post nell’estate del 1933, mentre l’anno successivo fu raccolto in un unico libro dall’editore inglese Collins Crime Club. In Italia il volume fece la sua comparsa nel 1935, edito da Mondadori col titolo “Orient Express”, in seguito denominato col titolo più fedele all’originale.
Spettacolare e coinvolgente la rilettura di Kenneth Branagh del capolavoro di Agatha Christie. Negli studi di Longcross, Surrey, è stata ricostruita una locomotiva da 220 quintali e quattro vagoni. Branagh ha filmato il treno con quattro fotocamere Panavision da 65 mm: immagini a larga scala spettacolari e claustrofobiche. L’Orient Express è deragliato a causa di una slavina, mentre i passeggeri all’interno dell’elegante treno vengono interrogati dal geniale e metodico investigatore belga, il quale una volta scoperta la verità si trova davanti a un caso di coscienza.
“C’è stato un atto di violenza terribile che può far ritenere ammissibile l’occhio per occhio. Ma Poirot è un uomo di giustizia, non può accettare l’ambiguità morale ed entra in una crisi profonda”
ha chiarito Branagh in una recente intervista.
“Hercule Poirot è un solitario, si gode la vita, ha trovato una qualche accomodazione con il fatto che conosce profondamente se stesso. È consapevole di avere questo brillante talento per il crimine, una personalità che è insopportabile, ma che si risolve con un dono per le investigazioni - Poirot soffre chiaramente di disordine ossessivo compulsivo, ha bisogno ad esempio di due uova ogni mattino bollite esattamente allo stesso modo nella stessa temperatura, della stessa grandezza e chiede a tutta la sua vita la precisione maniacale di ogni dettaglio. Cosa che gli altri giudicano piuttosto eccentrica, ma lui è quel che è. Ma è anche uomo leale, compassionevole, gentile. E penso che sia anche qualcuno a cui manca una storia d’amore, che si gode la vita ma che sente la mancanza di una storia d’amore”.
Il viaggio attraverso l’Europa dell’Orient Express ha incassato finora nel mondo quasi 200 milioni di dollari, tanto è vero che la Fox ha deciso di adattare un altro classico di Agatha Christie: “Assassinio sul Nilo” per la realizzazione di un nuovo lungometraggio. Infatti l’ultima scena del film vede Poirot salire su di una macchina destinazione Egitto. Una nuova indagine lo attende, giusto per mettere alla prova ancora una volta le sue mitiche “celluline grigie”.
“E allora, poiché ho prospettato la vera soluzione del problema, e cioè la prima, ho l’onore di ritirarmi. Il mio compito è terminato”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Kenneth Branagh rilegge “Assassinio sull’Orient Express”, il capolavoro di Agatha Christie
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