Kiku-San. La moglie giapponese
- Autore: Pierre Loti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: O Barra O Edizioni
- Anno di pubblicazione: 2014
“Kiku-san. La moglie giapponese” di Pierre Loti (O barra O Edizioni, 2014) è un “romanzo giapponese” che ispirò la figura di Madame Butterfly nell’opera di Puccini. Pubblicato nel 1887 e rimasto inedito in Italia sino lo scorso anno, il libro narra dell’allora tenente di vascello Pierre Loti a Nagasaki e del suo matrimonio a tempo con la geisha Kiku-San, la signorina Crisantemo. In quel tempo a uno straniero, ricco, era permesso comprare una sposa bambina per il periodo della sua permanenza in Giappone, elargire una grossa somma di denaro alla famiglia per avere a disposizione una musmè. Il tutto era regolato da una serie di leggi e adempimenti, tanto che l’atto di matrimonio andava firmato alla presenza della polizia e depositato presso il posto di polizia più vicino alla dimora dei novelli sposi. Il romanzo di Loti quindi è un’autobiografia che racconta le vicende del suo sbarco a Nagasaki, l’incontro con la ragazza, organizzato con l’intermediazione di Kanguro, i suoi 36 giorni trascorsi in Giappone in quell’estate del 1885. Loti osserva e descrive con precisione e delicatezza ambienti e situazioni della vita quotidiana: le feste al tempio, la sua dimora di carta e di legno alle pendici del monte che sovrasta Nagasaki, le case da tè, le corse sui risciò, le donne giapponesi nei loro eleganti kimono, i profumi e i colori dei giardini. Il punto di vista dell’autore è molto cinico e del tutto staccato e disinteressato dalla realtà giapponese, a tal punto che Loti non riuscirà purtroppo ad avere un vero rapporto affettivo e d’amore e i costumi dell’antica Nagasaki e dei suoi abitanti ci sono descritti come abitudini strambe per gli occidentali dell’epoca. Interessanti sono invece le descrizioni delle case tradizionali giapponesi in cui l’autore vive e si reca; dei vicini di casa Sato-san e Ume-san, "due persone incredibili sfuggite da qualche paravento"; dei pasti "inverosimili" che prepara Kiku-san e della chitarra giapponese dalle tristi note che lei usa suonare a lungo ogni giorno.
Sicuramente una lettura piacevole che ci permette di addentrarci nell’antico Giappone che molti ancora sognano e inoltre un testo chiave per cogliere l’atteggiamento di superiorità degli europei di fine Ottocento, un atteggiamento tipico del periodo coloniale: pregiudizi, scoperta dell’alterità, consapevolezza dell’impenetrabilità dei sentimenti degli asiatici, rifiuto di fronte a usanze e comportamenti diversi; ma anche fascinazione, ammirazione, volontà di comprendere. Il libro è stato letto e commentato da Roland Barthes, Henri Michaux e Vincent Van Gogh e ha fornito l’ispirazione a Giacomo Puccini per alcune scene del 1° atto della sua Madame Butterfly.
“Usciamo lentamente dalla grande baia verde. Il gruppo delle donne svanisce. Il paese degli ombrelli rotondi dalle mille bacchette sparisce a poco a poco dietro di noi. Ecco il mare che si apre, immenso, incolore e vuoto, riposante dopo tante cose troppo ricercate e troppo piccole. Le montagne boscose, i bei promontori si allontanano. E tutto il Giappone finisce in pittoreschi scogli, in bizzarri isolotti sui quali gruppi di alberi sono disposti forse in modo un po’ ricercato, ma del tutto grazioso…”.
Kiku-san. La moglie giapponese
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