L’Angelo azzurro
- Autore: Heinrich Mann
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
Qual è la peggior punizione per un professore? Non essere di ruolo? Non riuscire a insegnare la propria materia? Non andare d’accordo con i colleghi?
Certo, sono grandi problemi, ma niente di tutto questo è paragonabile alla perdita del rispetto dei propri alunni…
Protagonista è un professore che troverà la propria valvola di sfogo all’”Angelo Azzurro”, un locale in cui piacere e luci sfavillanti la fanno da padrone.
E poi arriva lei, bella come non mai, un angelo sceso dal cielo per allietare la vita di chi avrà la fortuna d’incrociare la sua strada.
Purtroppo la società mal vedrà un amore, o comunque un sentimento, nato da una situazione così ambigua.
Che fare? Rinunciare a tutto o partire lancia in resta contro chiunque deciderà d’intromettersi sul loro cammino?
Heinrich Mann delinea il ritratto di una società crudele e spietata, una società che non lesinerà a colpire anche i più deboli, quando è convinta di essere nel giusto.
Credere ed essere dalla parte della ragione, sovente, sono due punti di vista ben distanti…
Un libro scritto decenni fa che è attuale anche oggi.
Lo specchio di una società malata che sembra la nostra, costellata di ombre maligne che non attendono altro che il momento propizio per scagliarsi sul loro obiettivo e distruggerlo, senza alcuna pietà.
Un volume piccolo di dimensioni ma grande per ciò che vi comunicherà, una vera e propria pietra miliare.
L’angelo azzurro 1966
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"L’Angelo Azzurro", per la grande maggioranza del pubblico, è essenzialmente un film con Marlene Dietrich. Uscito nel 1930, diretto da Josef Sternberg, racconta la storia di un vecchio e serio professore di liceo che, nel tentativo di "moralizzare" i propri allievi, visita un locale di cabaret, "L’Angelo Azzurro", appunto, e cade nella rete di Lola Lola, l’affascinante soubrette che lo irretisce, lo usa, rovina la sua carriera di insegnante riducendolo a clown, e lo porta alla pazzia e alla morte.
Una storia sicuramente interessante, ma la lettura del romanzo ci rivela che il film ne ha preso spunto molto liberamente, cambiando molti personaggi, stravolgendo il finale e modificando in modo drastico le personalità dei due protagonisti. L’autore (Heinrich Mann, fratello del più celebre Thomas) non intendeva, infatti, raccontare la storia di un uomo debole dietro la propria scorza di serietà e di una donna crudele e superficiale: nei due personaggi c’è molto di più, tanto che questo suo romanzo è stato perfino oggetto di studi da parte di esponenti del mondo della psicanalisi.
Il Professor Raat è un uomo incattivito. Si porta dietro un crudele soprannome, Unrat (sporcizia) che, col tempo, ha sostituito per tutti il suo vero nome. Vive compresso nella propria rigidità e solitudine, animato da una sete di vendetta che gli indica come unico scopo nella vita il "cogliere" in fallo qualcuno dei suoi indisciplinati alunni per rovinarli. Proprio questo pensiero lo porta all’Angelo Azzurro, sulle tracce di tre di loro: Kieselack lo sbruffone, von Erztum il goffo contadinotto e Lohmann, che, dietro l’apparenza di dandy irrispettoso, nasconde l’animo di un vero e proprio eroe romantico, dilaniato dall’amore per una donna sposata e pronto a uccidersi per lei.
L’incontro fatale, per il professore, è quello con Rosa Fröhlich, la canzonettista del locale. Il professore, che dapprima vuole solo tenere i suoi studenti lontano da lei, inizia a esserne affascinato, e lei stessa, malgrado l’età dell’uomo, prova dei sentimenti per lui. La tresca che ne nasce conduce a un vero e proprio matrimonio, e all’allontanamento di Rosa dal mondo dell’arte.
Potrebbe essere una storia a lieto fine, ma l’eterna insoddisfazione di Unrat e la sua ossessione per il "cogliere" i suoi studenti ed ex studenti lo porta a spingere la moglie nelle braccia degli uomini più disparati, pur di rovinare la loro reputazione. Non è, quindi, la Lola Lola che usa il professore in modo freddo e spregiudicato, ma la situazione opposta: è Unrat che usa Rosa per soddisfare la propria brama di vendetta, comprimendo la gelosia che gli dà l’immaginare la propria moglie in atteggiamenti intimi con qualcun altro. Rosa, dal canto suo, si è attaccata a Unrat per approdare a una parvenza di vita rispettabile dando l’addio alla sua incerta e infima professione, ma ha fatto del suo meglio per amarlo e, se non altro, ha sviluppato un "volergli bene" sincero e striato di ingenuità, alternando pretese da diva a rinuncie da donna innamorata e responsabile. Avendo Unrat perso la cattedra, lui e la moglie mettono sù una sorta di "bisca clandestina" in casa loro, attraendo e rovinando pian piano tutti gli uomini odiati dal professore, ma i loro sperperi si mangiano comunque tutti i guadagni. E sarà proprio Lohmann, l’odiato Lohmann, a condurli verso il finale. Un ritratto psicologico affascinante, da leggere e confrontare al film per una visione molto diversa.