L’Europa di domani. Un’Unione rinnovata in un mondo che cambia
- Autore: Alberto Majocchi
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2023
L’autore di questo libro, Alberto Majocchi, è professore emerito di scienza delle finanze dell’Università di Pavia e membro del Comitato del Centro Studi sul federalismo di Torino.
Il saggio L’Europa di domani (Il Mulino, 2023) si propone di valutare le sfide che l’Europa deve affrontare in questo inizio del XXI secolo.
Fin dall’introduzione si constata che quest’opera del professor Alberto Majocchi è improntata a un metodo maggiormente pragmatico rispetto ad altri suoi lavori.
Nel capitolo quarto Europa-Africa è importante il risalto dato alla notizia della creazione della Area Continentale di libero scambio.
L’autore affronta la complessa questione della riduzione dell’orario di lavoro.
Una possibilità -afferma- di realizzare una riduzione significativa dell’orario di lavoro è possibile soltanto se la decisione è presa in comune a livello europeo e se i paesi europei sono in grado di competere efficacemente a livello mondiale con investimenti rilevanti in ricerca e sviluppo e in formazione della forza lavoro al fine di migliorare la produttività delle imprese.
A pagina 154 si legge:
La stabilità internazionale non verrà più garantita dall’equilibrio del terrore e da decisioni unilaterali del governo americano, ma dovrà essere assicurata da accordi multilaterali gestiti su una base di parità.
E l’Europa dovrà giocare un ruolo fondamentale per avviare questa fase di nuovi equilibri a livello mondiale.
Come dovrebbe funzionare il piano finanziario dell’Unione? Quali le sue regole di bilancio?
L’autore mette in luce la notevole importanza di “European Fiscal Board” nell’architettura dell’UEM.
Mentre sembra consolidarsi la possibilità che venga utilizzato in misura crescente lo strumento dell’emissione di titoli per finanziare il bilancio europeo, resta ancora da chiarire la strada che la Commissione intende seguire per proporre agli Stati membri la creazione di nuove risorse proprie.
Essenziale è l’affermazione contenuta a pagina 223 del lavoro:
In generale, si ritiene che date le attuali dimensioni del bilancio europeo e le regole che la vincolano, il ruolo attribuito alla Commissione nella gestione della politica di stabilizzazione a livello europeo possa consistere solo nel promuovere il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri.
Il programma straordinario denominato Next Generation EU attesta un cambiamento significativo nella politica dell’Unione, sia per le dimensioni dell’intervento a sostegno del mercato europeo, sia per il finanziamento con debito dell’intervento stesso.
In futuro il Quadro Finanziario Pluriennale (Q.F.P) dovrà essere fondato su una periodicità quinquennale per farne coincidere la durata con la legislatura, e su risorse proprie: quelle esistenti e nuove, che dovranno essere giustificate non soltanto per l’esigenza di finanziare un bilancio di dimensioni più larghe, ma in quanto collegate a politiche dell’unione.
Queste nuove risorse -si afferma- dovrebbero sostituire gradualmente i contributi nazionali degli stati membri, facendo uscire l’unione dai contrasti legati alla determinazione di un juste retour e gettando le basi per un bilancio europeo ambizioso destinato a contribuire, anche attraverso l’emissione di titoli, al rilancio dell’economia europea. Ma il punto discriminante è che l’emissione di Bonds da parte dell’unione deve essere garantito non dagli stati membri singolarmente, ma da risorse di bilancio da individuare nella costruzione del Quadro Finanziario Pluriennale (vedi pagina 251).
A proposito delle conseguenze economiche della crisi ucraina, l’autore osserva che al di là di misure di breve periodo la scelta di fondo riguarda la possibilità di finanziare la ripresa, dopo la fine della guerra, con emissioni di debito comune, com’è avvenuto nel caso della pandemia con il varo di Next Generation Eu.
In questa prospettiva il seguito della Conferenza sul futuro dell’Europa, insieme alla configurazione di nuove regole di bilancio, costituiscono tappe decisive in vista delle scelte da adottare per garantire il futuro sviluppo dell’Unione europea.
Di qui l’importanza dell’esito delle prossime elezioni europee per sapere se lo schieramento favorevole a uno sviluppo federale dell’Unione avrà prevalso, rispetto allo schieramento sovranista.
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