L’Ultima notte di James Salter

Noi di Sololibri ci eravamo già innamorati di James Salter, morto nel 2015, quando era stato recensito “Una perfetta felicità” e non abbiamo mai accantonato questo amore per le sue storie sempre così calibrate, eleganti e al contempo attraversate da una studiata volgarità. O dal dolore.

Il racconto che dà il titolo all’intera raccolta, “L’ultima notte” è la storia di Walter e di sua moglie Marit, ancora giovane ma malata di un tumore e senza alcuna speranza. Marit accetta di andare in un ristorante elegantissimo con il marito e un’amica di famiglia, Susanna. Marit, piena di morfina, ha incaricato suo marito di farla morire con una puntura proprio quella notte.
Tornati a casa Walter prepara il tutto, certo del decesso della moglie; per non stare da solo in quella cappa di morte va a letto con Susanna, prossima moglie o prossimo svago senza importanza. Il problema è che Marit li trova in cucina e riconosce il tradimento. Non è morta, qualcosa è andato storto. Ma il danno è fatto.

In altri racconti uomini e donne che si tradiscono per noia o per mogli troppo prevedibili.
C’è anche il single cinquantenne che con la sua attività di broker è diventato ricco, che rivede la sua ex di un tempo, un po’ ingrassata e non più giovane, a cui spara una bugia per togliersela di torno, ossia che è fidanzato e si sta per sposare.
Altri sono thriller sentimentali che a raccontarli poi si perde il sugo del racconto.

La maestria di James Salter fa impressione: dà una pennellata, mostra come è ammobiliata una stanza da pranzo e riesce a far capire le condizioni economiche del protagonista e, più raramente, della protagonista.
Un po’ misogino, non tratta bene nemmeno gli uomini, che lavorano per il successo o si fermano in un pantano di depressione.
La traduzione italiana è splendida, fatevi un regalo.