L’abito di piume
- Autore: Banana Yoshimoto
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2008
Hotaru, la protagonista de “L’abito di piume” di Banana Yoshimoto, ha ventisei anni. Ha trascorso gli ultimi otto a Tokio, in un piccolo appartamento che il suo compagno, un uomo sposato, più vecchio di lei, aveva comperato per potersi incontrare con lei, indisturbato. Ora lui ha deciso di lasciarla, per stare con la famiglia e la chiama per comunicarglielo, senza possibilità di contraddittorio, intestandole l’appartamento, come una sorta di buonuscita.
Hotaru non può fare altro che subire la volontà dell’uomo e capire di aver vissuto un amore a senso unico, idealizzato e slegato dalla realtà.
Il lento emergere di questa consapevolezza la getta in uno stato di costernazione e depressione, che la debilita anche nel corpo, ma che la induce alla risoluzione di tornare, per qualche tempo, al suo paese natale, un piccolo borgo attraversato da un fiume.
Un tuffo nel passato, un percorso di guarigione attraverso i luoghi e le persone che ne fanno parte, come un bagno nelle acque purificatrici ed energizzanti di quel fiume.
“Non c’erano dubbi: la sua presenza penetrava nell’animo delle persone modificandole poco alla volta”.
Nel suo paese, la ragazza ritorna bambina: il profumo del ramen, come quello che cucinava suo padre, il fragore incessante del fiume, l’allegra e accogliente confusione del bar di sua nonna, che le permette di dormire nel magazzino e di aiutarla nel lavoro, il ricongiungimento con Rumi, sua vecchia amica, quasi sorella… Tutto questo fa riemergere la memoria della sua infanzia, i suoi dolori, la sua dolcezza e un ricordo sfuggevole, come un dejà-vu, ridestato dall’incontro casuale con Mitsuru, un giovane istruttore di sci, che accudisce la madre malata.
La nuova esistenza di Hotaru scorre delicatamente, fra il lavoro al bar, la compagnia della nonna, le conversazioni filosofeggianti con Rumi, la nuova amicizia con Mitsuru.
A questa quotidianità si mescolano presenze soprannaturali, sogni e visioni surreali, ma inaspettatamente concreti, legati a episodi in cui i personaggi si trovano fra la vita e la morte, assottigliando il confine fra la realtà e l’altro mondo. Senza inquietudine o turbamento. Anzi, le facoltà medianiche delle figure femminili che la circondano la portano a sciogliere un enigma, che risale ai suoi primi anni di vita.
Le pagine de “L’abito di piume” di Banana Yoshimoto fluiscono disinvolte, con lo scorrere sereno e delicato degli eventi, che appaiono necessari anche nel dolore e nella malattia. Si fa strada, in Hotaru e nei lettori, la consapevolezza della ineluttabilità del destino, dell’esistenza di un luogo designato, verso cui lasciarsi trasportare, come fa la corrente del fiume.
La guarigione del corpo e dell’anima è un processo che ha origine dentro di noi, ma lo aiutano i piccoli miracoli quotidiani, i gesti, il calore, la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, che si posano sopra di noi, come un abito di piume.
L'abito di piume
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