L’acqua dalla luna. Dieci anni di percorsi terapeutici in Comunità
- Autore: Andrea Pascale
- Genere: Psicologia
- Casa editrice: La meridiana
- Anno di pubblicazione: 2013
C’è qualcuno tra voi che pensa ancora che i matti vengano da Marte, o - peggio, ancora – vadano a zonzo accetta in mano, come il Nicholson di Shining, in cerca di vittime da fare a pezzi? Spiacente di deludere i più reazionari, ma la malattia mentale ha epifanie sociali molto meno eclatanti e la differenza che di solito passa tra le angosce e le angosce di natura psicotica è data da nient’altro che dalla “ridondanza” di stati d’animo altrimenti comuni.
Provo a spiegarmi meglio: quasi tutti abbiamo sperimentato la sensazione di “disagio” che ci deriva dallo stare al buio. E’ qualcosa di apparentemente inspiegabile, che in realtà discende dal nostro imprinting genetico (immaginate quante insidie poteva contenere l’oscurità nelle epoche più remote). Ebbene: se la “naturale” inquietudine cagionataci dalla mancanza di luce dovesse popolarsi d’improvviso di immagini mostruose (le stesse che lo psicotico percepisce come reali), le nostre capacità di superamento del disagio, diminuirebbero proporzionalmente alla rigogliosità del delirio.
In parole ulteriormente povere: la sofferenza psicopatologica, soprattutto nella sua fase virulenta, è in grado di creare la classica tempesta nell’ancora più classico bicchiere d’acqua, amplificando il tenore di pensieri e stati emotivi alquanto diffusi. Comunque sia le "competenze" del malato di mente non sono mai annullate del tutto, annichilite - semmai - dalla caligine invalidante della patologia. E’ a queste risorse assopite che il lavoro riabilitativo delle Comunità terapeutiche deve appigliarsi come a un’ancora di salvezza, come al focus attraverso cui ri-pensare alla sofferenza psichica come sfida (clinica e sociale) possibile.
Il libro che lo psicoterapeuta Andrea Pascale dedica a dieci anni di esperienza sul campo, come responsabile della Comunità “La rocca”, in provincia di Cuneo, (“L’acqua sulla luna. Dieci anni di percorsi terapeutici in Comunità”, la meridiana, 2013) si offre, in tal senso, come qualcosa di più che un semplice diario di bordo: è insieme la testimonianza di un itinerario riabilitativo “ad ampio raggio”, e la cronistoria di un progetto relazionale vinto comunque, poiché fondato sull’accoglienza, l’ascolto, il rispetto, della persona (prima ancora che della persona malata, dunque stigmatizzata). Come scrive lo psicanalista Carl Rogers, opportunamente citato a pag. 21 del volume:
“Dietro le barriere del silenzio, di allucinazioni, di discorsi strani, di ostilità e di indifferenza c’è sempre una persona e se siamo abili e fortunati possiamo raggiungerla e vivere con lei, talvolta per brevi momenti soltanto, in una relazione diretta da uomo a uomo (…)”.
L’empatia tra operatore psichiatrico e ospite comunitario dissolverebbe giocoforza l’alienazione (parafrasando ancora Rogers): questo rasserenante “L’acqua sulla luna” (in gergo starebbe a indicare una sfida impossibile), risulta emblematico di come la strategia umanista, più ancora che quella medicalizzata, rappresenti la strada maestra per il recupero – o comunque l’accoglimento – della persona affetta da disturbi della sfera emozionale. Il libro esce nella collana “Premesse…per il cambiamento sociale” delle lodevoli "edizioni la meridiana".
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